30.10.09

SEMS (e il sottoscritto) allo IAB Forum 2009

SEMS allo IAB Forum 2009
Anche se non appariamo "ufficialmente", in quanto quest'anno saremo all'interno dello stand (il numero 55) della capogruppo FullSIX, anche noi di SEMS non mancheremo allo IAB Forum, in programma la prossima settimana a FieraMilanoCity.
E' l'evento per eccellenza dell'online italiano, questo è fuori discussione, anche se a diversi addetti ai lavori "pesa" la regolare coincidenza di date con lo ad:tech di New York, uno dei momenti clou del digital marketing a livello internazionale (ci sono stato un paio di anni fa e sono rimasto veramente impressionato tanto dalla qualità di interventi e relatori quanto dall'elevato numero di aziende presenti nell'area expo).
Tornando allo IAB Forum, detto che sarò presente entrambi i giorni a disposizione per fare due chiacchiere sul mondo del search marketing, per noi di SEMS sarà l'occasione sia per divulgare e commentare i risultati della survey annuale che facciamo su come gli italiani utilizzano i motori di ricerca (seguendo il link puoi richiedere gratuitamente una copia della white paper), sia per presentare l'esclusiva e freschissima (abbiamo finito di raccogliere i dati qualche giorno fa) indagine realizzata con MyMarketing.Net e OTO su come le aziende italiane investono in search marketing e quali sono i loro piani per il 2010.
Un'indagine che non manca di riservare sorprese e curiosità, come ad esempio quella (già in realtà emersa nell'edizione 2007 di questa indagine) che riguarda Google, che non è soltanto il motore di ricerca più utilizzato ma anche... (rullo di tamburi) l'agenzia di search marketing top of mind tra i componenti il panel intervistato (persone, all'interno delle aziende, che influenzano o decidono gli investimenti aziendali in SEM).
Una risposta che può sembrare anomala ma che è favorita dal fatto che effettivamente, in modalità self service o attraverso i team di Milano o Dublino, si può lanciare direttamente con Google una campagna Adwords. Ma è un dato su cui noi rappresentanti di agenzie specializzate dovremo lavorare parecchio, anche perchè Adwords non è comunque l'intero universo del search marketing.
Se hai occasione di essere allo IAB Forum e di passare al nostro stand, potrai avere in anteprima questa ricerca, le cui principali evidenze saranno comunque pubblicate poi sia su MyMarketing.Net che su questo blog, e la white paper sarà scaricabile dal sito di SEMS.
Ti aspettiamo.

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23.10.09

Gli italiani e i motori di ricerca - edizione 2009

I dati statistici su come gli italiani utilizzino i search engines sono sempre stati un mio pallino fin da quando, a metà dello scorso decennio, ho cominciato ad utilizzare i motori e leggevo le prime statistiche che arrivavano da oltreoceano.
Statistiche che, ovviamente, difficilmente potevano valere anche per l'Italia.
Ad esempio, il dato che già all'epoca voleva che i navigatori raramente si spingessero oltre la terza pagina di risultati risultava di difficile applicazione per un italiano che, nel 1997, si mettesse a cercare su Altavista risorse in lingua italiana: i documenti nella nostra lingua erano così pochi che, spesso, per trovarne occorreva andare ben oltre la decima pagina (i filtri per lingua, all'epoca, non esistevano ancora).
Oggi stiamo divulgando l'edizione 2009, la sesta, della survey annuale di SEMS sul rapporto che gli italiani hanno con i motori di ricerca, ricerca che può essere richiesta gratuitamente sul sito di SEMS.
Una ricerca che continuo a patrocinare con la stessa curiosità degli inizi; perchè se da una parte emerge un quadro ben noto agli addetti ai lavori e non, come ad esempio il fatto che Google sia il motore di ricerca preferito da 9 internauti su 10 (il dato è quasi plebiscitario, eppure continua a crescere di anno in anno), dall'altra non mancano quelle indicazioni che fanno capire come stia maturando il rapporto che anche in Italia abbiamo con la search.


La frequenza con la quale gli italiani usano i motori di ricerca: i search engines sono ormai di uso quotidiano


Se guardiamo ad esempio a quale sia la tipologia di contenuti che, linkata dalle pagine di risultati, sia più influente nelle decisioni e negli acquisti, emerge che in alcuni settori verticali, come ad esempio quello automobilistico, il cosiddetto "user generated content", ovvero le recensioni, i commenti, i giudizi postati online da altri consumatori, sia di fatto quello che maggiormente guida nella scelta definitiva di una autovettura (se la vettura mi piace e anche altri consumatori in Rete ne parlano bene, allora la compro).


La tipologia di informazioni trovate attraverso i motori che più frequentemente influenza le scelte di quanti hanno cercato


Una situazione, questa, che costringe molte aziende a dover attualizzare le proprie strategie di search marketing: la sola presenza "istituzionale" tra i risultati di ricerca spesso non è più sufficiente.
Un altro dato interessante riguarda la sempre maggiore fruizione degli elementi "non tradizionali" nelle pagine di risultati: è cresciuto infatti il numero di quanti, nella pagina di risultati di Google & co., hanno cliccato su mappe e immagini (entrambi 70%) , news (42%), video (41%).
In leggera controtendenza, invece (considerando che, da qualche anno a questa parte, tutti ne aspettano il "boom"), la "local search".
Il dato che invece mi preoccupa di più, in quanto a capo di un'agenzia che si occupa di marketing e advertising anche se limitatamente ai motori, è quello sul numero di utenti che, dopo aver cercato e trovato un prodotto nei motori (attraverso i risultati naturali o i link sponsorizzati), lo acquistano successivamente da un altro computer.
Un comportamento che, stando ai dati emersi dalla ricerca, è proprio del 22% degli italiani online.
Se a questo numero aggiungiamo quanti, per quanto nello stesso computer, si muovono su browser differenti, oppure cancellano periodicamente i cookie o, ancora, utilizzano i nuovi browser nelle modalità "privacy/anonime" (con cancellazione dei cookie al chiudere il browser), ecco che il numero di conversioni di cui si rischia di non poterne attribuire la paternità sale a quasi 1 su 4, ben il 25%. Un numero tanto elevato da far sballare qualsiasi tentativo di corretto calcolo dei costi di acquisizione o del ROI sulle attività di advertising.
Di spunti comunque non ne mancano e potrei andare avanti a scrivere ancora a lungo; di seguito riporto alcuni dati salienti di questa edizione 2009, per il resto ti rimando direttamente al documento.
Concludo ringraziando le ragazze di OTO per il prezioso supporto nella stesura di questa ricerca.

Alcuni dati rilevanti:

  • Per il 67%, i motori sono lo strumento principe per reperire informazioni essenziali in vista dell’acquisto di un prodotto o di un servizio.

  • Lo 89% degli italiani sul Web utilizza quotidianamente uno o più motori di ricerca.

  • Cresce ancora la percentuale di italiani che hanno in Google il motore di ricerca preferito: ora sono il 91%.

  • Il 68% di quanti lo preferiscono dice che è quello che offre i risultati di ricerca migliori.

  • Alla domanda su quali caratteristiche dovrebbe avere un nuovo motore di ricerca per soppiantare Google dai loro cuori, il 48% degli intervistati ha risposto “offrire risultati migliori”; il 41% “consentire di selezionare la tipologia di fonti da includere o escludere”; il 36% un più efficace sistema di suggerimenti per aiutare a capire quali parole chiave utilizzare”.

  • L’87% degli italiani online ricorre ai motori di ricerca per trovare informazioni su prodotti/servizi che sta valutando di acquistare, indipendentemente dal valore e da dove avverrà la transazione.

  • Cresce il numero di italiani che utilizzano postazioni (o strumenti) diversi in fase di ricerca e in fase di acquisto: ora sono il 22%.

  • I prodotti più frequentemente acquistati dopo una ricerca nei motori? Elettronica 52%, Telefonia e accessori 50%, viaggi 48%.

  • Il 61% dei rispondenti ha segnalato in una o più occasioni, attraverso i social network, le informazioni trovate attraverso i motori e ritenute utili anche per la sua comunità di amici. Facebook il più utilizzato (51%), seguito da MySpace (19%) e NetLog (6%).

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17.10.09

Link building: est modus in rebus

Agli occhi di molti clienti, una delle "aree grigie" delle attività finalizzate a incrementare la visibilità tra i risultati naturali di ricerca è quella legata al link building.
Non credo di dire nulla di nuovo nè di esagerato se affermo che ottenere link di qualità è un'arte, che si affina con l'esperienza e che richiede molto tempo e fantasia, ma che viene premiata con risultati stabili nel tempo.
D'altronde, il famoso detto che "nei motori il contenuto è re" viene spesso corretto dagli specialisti SEO in "il contenuto è re se attira link".
Per spiegare cosa NON è fare link building in maniera professionale posso usare un esempio pratico di un'email ricevuta ieri, in cui il mittente ha sparato a casaccio a migliaia di indirizzi e-mail raccolti in Rete (lo stesso messaggio l'ho ricevuto infatti a più indirizzi) ed in cui il messaggio era questo:

Oggetto: richiesta di scambio

Richiesta di scambio link con [URL omessa] grazie

[Nome Cognome]


La richiesta non è stata ovviamente minimamente considerata, non solo perchè completamente fuori luogo, ma anche perchè non rispondeva alla domanda che gli statunitensi abbreviano con l'acronimo WIIFM: what's in it for me? Cosa ci guadagno?
Ogni link ha oggi un valore: perchè darli via per niente?

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15.10.09

Pubblicizzarsi nei social media incrementa le ricerche nei motori

Visto che i motori di ricerca sono da anni l'anima dell'advertising online, è naturale che, per dimostrare l'efficacia di attività promozionali alternative, si cerchi di evidenziare come queste influenzino anche la quantità/qualità di ricerche nei motori.
Qualche tempo fa comScore e GroupM hanno pubblicato un'interessante analisi sull'importanza di muoversi anche nei social media per rendere più efficaci le campagne di search marketing, ricerca ripresa oggi da eMarketer.
Nello specifico, la ricerca evidenzia come cresca la quantità di ricerche nei motori relative a un brand se questo, oltre ad essersi pubblicizzato attraverso i link sponsorizzati, si sia mosso anche nei più importanti social media; incremento che riguarda anche il tasso di click (CTR) sia sui link sponsorizzati che sui risultati naturali dell'azienda inserzionista.
Ma l'aspetto ancora più interessante è dato dall'incremento di ricerche con termini "unbranded" (relativi alla categoria merceologica del prodotto pubblicizzato) da parte di coloro che hanno visto il link sponsorizzato e la presenza nei social media dell'azienda inserzionista rispetto a quanti ne hanno visto il solo link sponsorizzato.
In sostanza, la ricerca di comScore e GroupM invita le aziende a valutare di investire anche nei social media perchè questi sono ormai influenti nelle decisioni e negli acquisti, e questa influenza si può constatare anche dalla quantità di ricerche nei motori.
Un altro consiglio, non riportato in questa survey ma emerso nel corso del recente SMX di New York in una sessione che ho seguito ed in cui è stato fatto cenno a questa ricerca, è il seguente (purtroppo non ricordo il nome del relatore che lo ha dato): "aziende, se vedete che un vostro competitor spinge molto sui link sponsorizzati e sui social media, aumentate il vostro budget destinato ai link sponsorizzati per far fronte al possibile incremento di ricerche unbranded e andategli al traino". E' una strategia anche questa.
Di seguito alcuni grafici riportati da eMarketer.



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5.10.09

2012: interazione tra offline e search marketing per la promozione di un film.

Mi capita frequentemente, parlando con prospect e clienti, di spiegare come l'advertising offline possa portare l'utente a volerne approfondire i contenuti attraverso una ricerca nei motori.
Esistono poi situazioni in cui l'advertising offline punta proprio a far cercare nei motori gli utenti, come nel caso dell'affissione che mi è capitato di vedere ieri passeggiando per Tribeca, a New York.
La pubblicità teaser della pellicola di Sony Pictures 2012, che invita l'utente a cercare nei motori per saperne di più

L'affissione, a quanto emerso dopo una ricerca (non sapevo infatti a cosa si riferisse, anche se le ipotesi erano due: un film o un messaggio di una qualche religione) si riferisce alla nuova pellicola di Sony Pictures 2012, in uscita negli Stati Uniti il 13 novembre prossimo.

Il sito di 2012

Ma cosa si trova cercando nei motori l'anno in questione?
Su Google è un link sponsorizzato che rimanda al nuovo film a intercettare per primo quanti hanno cercato questa data; seguono diverse "news", quindi il sito del film svetta anche tra i risultati naturali.
Decisamente più accattivante la risposta di Yahoo.com, che riporta in testa ai risultati la locandina del film e il relativo trailer.

L'apertura della pagina di risultati di Yahoo.com per la query 2010

E su Bing.com?
Sembrerebbe che l'agenzia o la centrale media che si occupano di questa campagna si siano dimenticati di pianificare sul motore di Microsoft. Cercando, infatti, il sito di Sony Pictures che parla del film è solo al terzo posto tra i risultati di ricerca, mentre l'unico link sponsorizzato che compare è quello riconducibile alla rivista cartacea pubblicata da una chiesa cristiana.
Non è la prima volta che una pubblicità invita l'utente a cercare nei motori per approfondire (famoso il messaggio Don't take our word for it, Google 'Pontiac' to find out! di uno spot Pontiac del 2006). Sarebbe interessante capire quante ricerche siano state fatte attraverso cellulari e smartphone sotto i cartelloni rispetto a quelle effettuate successivamente dal computer di casa o dell'ufficio.
Per quanti non abbiano idea di cosa viene ipotizzato possa succedere alla fine del 2012, qui c'è il link a quanto riporta la Wikipedia.

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