29.11.10

Aggiornamento blog e feed RSS

Per quanti non avessero avuto modo di seguire le ultime evoluzioni del mio blog, ricordo che la URL del mio blog è www.search-marketing.it/semblog/ e che il nuovo feed RSS, che sostituisce quello attuale, è http://feeds.feedburner.com/mloguercio

Grazie
Marco

7.9.10

Nuovo blog su Wordpress

In attesa di completare tutte le migrazioni del caso e in attesa che Feedburner mi restituisca il controllo del mio feed, ti avviso che ho migrato il mio blog su Wordpress, mantenendo la precedente URL: http://www.search-marketing.it/semblog/

26.3.10

Lo scenario del Search Marketing 2010

Nei giorni scorsi SEMPO, l'organizzazione di riferimento del mondo del search marketing, ed Econsultancy hanno rilasciato la sesta edizione dello State of Search Engine Marketing Report, uno dei documenti di riferimento per gli operatori del settore.
Basato su circa 1.500 risposte (tanto lato cliente -36%- che lato agenzie -64%-, con rispondenti da 68 paesi del mondo, anche se il focus è soprattutto USA; 16 le risposte dall'Italia) ad una survey online, il report 2010 non guarda solo al mondo della search engine optimization e del keyword advertising, ma quest'anno ha aperto anche una finestra sul mondo dei social media, attività vista da molti come complementare anche alle attività SEM.

Per quanto riguarda i punti salienti, emerge come la crisi globale abbia toccato anche il mondo del search marketing, cresciuto di valore sul mercato nord americano per la prima volta a una sola cifra (+8% 2009 sul 2008), mentre per il 2010 si aspetta un ritorno alla doppia cifra con una crescita del 14%.
A fare le spese della crescita del search marketing soprattutto la pubblicità su carta stampata: quasi la metà delle aziende inserzioniste che nel 2009 ha rivisto l'allocazione dei budget ha sottratto alla stampa il budget in più per il SEM; seguono le sottrazioni ai budget per il direct mail (36%), per la partecipazione a fiere ed eventi (24%) e anche per il display advertising online (23%).

Nel 2010 cresceranno a doppia cifra (si aspetta un +43%) gli investimenti delle aziende in SEO, a dimostrazione che l'ottimizzare un sito perchè sfrutti i propri contenuti come driver di traffico qualificato sia visto sempre più come elemento strategico della presenza online di un'azienda. Questo nonostante il 42% degli intervistati abbia indicato la difficoltà di misurare il ROI dagli investimenti in SEO come una criticità (la stessa difficoltà l'ha il 43% di chi investe in search advertising).
Lato paid search, Google vanta percentuali bulgare per quanto riguarda l'utilizzo delle sue soluzioni di advertising: ben il 97% delle aziende rispondenti investe in Adwords (il 71% investe sull'intero search network di Google, il 56% anche sul content network).
In netto calo gli inserzionisti sul network di Yahoo, quest'anno il 50% dei rispondenti (erano l'86% nel 2008) e su Bing (44% contro il 54% dello scorso anno). Un problema non da poco per la partnership Yahoo/Bing, che in questo non riesce a trarre giovamento dalle lamentele di quasi la metà delle aziende inserzioniste che hanno visto, nel 2009, crescere il loro costo click su Adwords per le parole chiave di interesse.
Se da un lato una buona fetta di inserzionisti lamenta l'incremento del cpc medio, dall'altra cresce la soddisfazione per i tassi di conversione, migliorati per il 41% di chi investe su Google e per il 38% di chi investe su Bing. Saldo negativo invece per Yahoo, visto che la percentuale di chi ha lamentato un peggioramento del conversion rate è più elevata rispetto a quanti hanno registrato un miglioramento (28% contro 22%; il rimanente 50% non ha notato variazioni).

Per quanto riguarda il mondo dei social media, i cui budget sono ancora decisamente (e ovviamente, vista la giovane età di questi strumenti) limitati in confronto al SEM, il 33% delle aziende inserzioniste (con numeri uguali tra aziende B2B e B2C) li vede come parte integrante delle strategie di search marketing (a titolo di confronto, a vederli come elementi integrati è il 48% delle agenzie).
I social media su cui le aziende preferiscono operare sono Facebook (74%), Twitter (73%), Youtube (53%) e Linkedin (49%).

Tra gli elementi, infine, che nel prossimo futuro più impatteranno le attività di search marketing, le aziende vedono la personalizzazione delle ricerche come l'evoluzione che avrà un maggiore impatto sulle loro attività (seguono mobile internet e real time search). Le agenzie vedono invece nell'ordine la crescita della local search, la personalizzazione delle risposte e la crescita di internet via mobile.

L'executive summary dell'edizione 2010 della ricerca può essere scaricato sul sito di Econsultancy.

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28.2.10

Lavori in corso al blog

Ammetto che, tra i buoni propositi per il 2010, non avevo inserito quello di rifare il blog (scriverci di più e meglio sì), ma visto che
- faccio parte di quello 0,5% (fonte: Google) di utenti di Blogger che ne utilizzano la funzione FTP che sarà dismessa a breve
- Haloscan, con cui gestivo i commenti, è "schiattato" (se non vedi i commenti non è quindi perchè io abbia deciso di censurare tutto, ma è solo un problema tecnico; sono stati tutti salvati e saranno importati quanto prima)
- avevo comunque voglia di provare qualcosa di nuovo

in queste settimane sto lavorando con l'aiuto dei ragazzi di SEMS a una nuova versione su piattaforma WP. Vediamo se, compatibilmente con il tanto lavoro, riuscirò a farla andare online già per la fine di marzo. Incrocio le dita.

18.2.10

Conta solo la prima pagina

All'alba dei tempi (che, per il SEO, corrisponde a metà anni '90) l'imperativo era "devi essere nelle prime 3 pagine di risultati". Poi ci si è resi conto che gli utenti non erano tanto pazienti ed ecco che i contratti di posizionamento puntavano più in alto, alle prime 2 pagine ("top 20").
Poi Google ha iniziato a dominare la scena e nelle pagine di risultati, oltre agli Adwords, ha piazzato le news, le mappe, il meteo... tante di quelle opportunità di click che hanno finito con il far scalare i risultati naturali quasi al limite della schermata nei monitor più piccoli (quelli degli ultraportatili e dei netbook, per intenderci), limitandone il tasso di click.
Non giunge quindi inaspettato il dato della recente ricerca di iCrossing che indica come gli utenti, di fronte alle pagine di risultati dei principali motori, non vadano generalmente oltre la prima pagina.
Analizzando il traffico generato dai risultati naturali, gli analisti di iCrossing hanno visto come, di fatto, il 95% delle visite sia generato da link pubblicati nella prima pagina di risultati. Solo le briciole per le pagine successive.
Certo, non per tutte le tipologie di ricerche vale questa distribuzione, ma nell'ambito di una strategia di search marketing è utile comprendere come, per le parole chiave rilevanti per le quali non si riesce a essere in prima pagina tra i risultati naturali, presidiarla con i link sponsorizzati potrebbe essere fondamentale per intercettare quanti non andranno oltre nella ricerca.

12.2.10

Search marketing e cartomanzia

Una delle domande di clienti e prospect cui è sempre difficile rispondere nell'ambito di un progetto SEO è "ok, ma di quanto potrà crescere il traffico dai motori al mio sito dopo che l'avrò ottimizzato"?
Ringrazio Bing per il suggerimento di una metodologia decisamente più scientifica e sofisticata delle stime spannometriche cui siamo stati da anni abituati.


Vuoi sapere come andrà il tuo progetto SEO? Chiedilo alle carte: esperte cartomanti ti toglieranno qualsiasi dubbio sull'efficacia delle keyword che hai scelto, su cosa potrà cambiare con l'avvento di Caffeine, se i soldi che ti chiedono per quel link da una homepage PR7 sono un investimento o una truffa...

Ps: un grazie ai miei ragazzi per la segnalazione.

25.1.10

Rendere o meno indicizzabili i commenti a un articolo?

Qualche giorno fa discutevo con l'editore di un portale di contenuti sull'utilità o meno di rendere indicizzabili i commenti a un articolo.
In uno scenario in cui i contenuti (anche per il fatto di essere resi disponibili quasi sempre gratuitamente) sono sempre più standardizzati, i commenti degli utenti rappresentano un valore aggiunto sia perchè offrono nuove ragioni ai lettori per rivisitare la pagina di un determinato articolo (le pageviews sono sempre uno degli obiettivi principe di questa tipologia di siti); sia perchè, da un punto di vista di visibilità nei motori, offrono contenuto originale e allargano la long tail di parole chiave che potrebbe portare traffico, dal momento che in molti, nel commentare, utilizzano gli stessi termini che userebbero nei motori per cercare un articolo.
E' anche vero però che, se non moderati, in discussioni molto animate i commenti degli utenti potrebbero stravolgere agli occhi degli algoritmi dei motori il contenuto o il senso di un articolo. Oppure, come nel caso che vado a raccontare, portare anche a situazioni di possibile imbarazzo per l'editore o di disinformazione.
Premesso che di default, in uno dei browser che uso, ho le news di Google come homepage, quando ho avviato stamattina il browser per la mia rassegna stampa sono rimasto colpito da una frase di un articolo de Il Messaggero sulla questione "Brunetta vs bamboccioni da mandare fuori di casa". L'abstract iniziava infatti con la frase "più alto che intelligente vuole togliere i soldi ai pensionati".
Da ex giornalista, ho voluto leggere in che modo l'autore del pezzo avesse inserito quella frase (linee guida del buon giornalista vorrebbero che l'autore si limitasse a riportare la cronaca, lasciando al lettore il farsi un'opinione... poi sappiamo bene che non è mai così, però...), senza trovarla.

L'abstract che Google News pubblicava dell'articolo de Il Messaggero

Il dubbio che avevo era confermato: l'abstract era infatti tratto dall'ultimo commento lasciato al momento del passaggio dello spider delle news di Google, abstract che probabilmente, mentre leggerai questo post, sarà già cambiato.
Il commento ripreso poi da Google come snippet.

In questo caso lo "user generated snippet" ha prodotto una visita in più al sito (diversamente non sarei andato a leggere l'articolo), ma non mi avrebbe invece reso un buon servizio se fossi uno dei tanti che si limita a farsi un'idea della notizia esclusivamente attraverso l'abstract di Google News.
Secondo una recente ricerca di Outsell, negli USA ben il 44% degli utenti di Google News si limita infatti ad una rapida lettura delle headlines senza poi andare agli articoli in questione.

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