30.6.08

Behavioral targeting... semplice, no?

Venerdì scorso (anche se ho scoperto l'articolo solo oggi) il New York Times ha confermato quello che avevo avuto modo di intuire mercoledì scorso quando, facendo acuni screenshot delle SERPs di Google per preparare un coaching, mi sono imbattuto in questo risultato (notare l'attinenza tra la chiave di ricerca immessa ed i primi link sponsorizzati; clicca sull'immagine per ingrandirla in una nuova finestra):
Nella pagina di risultati di Google, link sponsorizzati che nulla hanno a che fare con la chiave di ricerca immessa in quel momento, ma che si riferiscono a ricerche portate avanti qualche minuto prima

Cosa è di fatto successo?
Mercoledì scorso, per un coaching sul search advertising, ho voluto effettuare alcuni screenshot e, pensando ad un settore affollato dai principali player del settore, ho effettuato su google.it una serie di ricerche attinenti il settore assicurativo auto.
Pochi minuti più tardi, per la necessità di aggiungere qualche altra immagine, ho cercato uno dei termini chiave del nostro settore, "search marketing"... ed ecco la sorpresa: i primi 6 link sponsorizzati non riguardano il search marketing, bensì di nuovo il settore assicurativo auto (a meno di non voler usare come chiave di lettura il fatto che tutte le compagnie assicurative presenti in questo screenshot sono clienti di agenzie SEO;-).
Da notare come, al momento di effettuare quella ricerca, io non fossi in alcuna maniera "loggato" ad un account Google (es. Gmail) nè avessi, sul computer utilizzato, la Google Toolbar (che, da quando qualche anno or sono mi è passata la "pagerankite", non ho più installato); è quindi passato tutto verosimilmente attraverso i cookies.
Mercoledì la fretta di dover terminare la presentazione non mi aveva consentito di fare un click di test e risolvere una domanda fondamentale: a quale parola chiave sarebbe stato abbinato il click? A quella che ha generato la prima visualizzazione (assicurazioni auto) o a quella totalmente irrilevante (search marketing) che mi ha mostrato gli stessi sponsored links una seconda volta?
Questa sera, dopo qualche tentativo, sono riuscito a ricreare questa situazione (questa volta mi sono però comparsi, cercando "search marketing", solo 2 sponsored links di assicurazioni, non più sei); fortuna ha voluto che a comparire fosse anche un cliente Sems, del quale ho le statistiche di accesso. Così ho cliccato, sono entrato nella piattaforma di web analytics Indextools usata dal cliente, ho cercato nel report "last visitor details" i dettagli della mia visita e la risposta è stata: "search marketing".






Ecco quindi un altro bel grattacapo per chi si occupa della pianificazione e gestione di campagne di search marketing: una "long tail" destinata a diventare ancora più chilometrica di quella attuale e che, soprattutto, renderà ancor più necessario che i sistemi di web analytics non indichino solo l'ultima chiave di ricerca utilizzata dall'utente, ma (se ricostruibile, come alcune piattaforme fanno), l'intero storico delle ricerche che hanno portato a quel click. Altrimenti si rischia di impazzire nel voler analizzare i dati, se non si "tagga" per bene ogni link.

Tra l'altro ora sorge un'altra serie di domande:
1) Come reagiranno le piattaforme di bid management di fronte a casi come questi? Quanto ci vorrà prima che gli "agenti intelligenti" di cui molte di queste sono dotate imparino che dietro a questa situazione anomala c'è il behavioral targetig?

2) Gli inserzionisti avranno la possibilità di non far comparire i loro link sponsorizzati, quando la ricerca non è esattamente quella di interesse?

3) Quanto, io inserzionista, dovrò pagare di più a Google ogni parola chiave per essere sicuro che, a chi cerca una keyword di mio interesse, io sia sicuro di comparire per primo e non compaia invece qualche inserzionista riconducibile a ricerche precedenti?

4) Gli utenti apprezzeranno? D'altronde, se oggi il search marketing è il re dell'online, è anche perchè pone di fronte all'utente solamente pubblicità in linea con cosa ha cercato in quell'istante... o almeno finora è sempre stato così.
Vedremo.

Aggiornamento:
un grazie a Giacomo, del mio staff, che -riportandomi una nostra newsletter interna del novembre 2007- mi ha chiarito come (cosa che in realtà già l'articolo del NY Times riportava) i cookies non centrino nulla, bensì Google basi questi "raffinamenti" sulla query string:
What you're seeing is that we look at the user's previous query and see how well it intersects with the current query. If it's significant, we'll use it to help targeting on the current query. We simply look at what's in the referring URL (every time you load a web page, the HTTP header includes your previous URL as the "referrer").

13.6.08

Google e Yahoo in partnership per gli sponsored links

Chiusa (definitivamente?) ogni trattativa con Microsoft, Yahoo ha stretto con Google un accordo per pubblicare, nelle versioni USA e Canada del proprio portale, i link sponsorizzati del colosso di Mountain View.
Per Y! sarà probabilmente una buona occasione per incrementare le revenues nel breve periodo, mentre Google evidenzia perchè questo accordo non debba essere oggetto di blocchi da parte dell'Antitrust a stelle e strisce; ma non credo di essere il solo a giudicare questo accordo negativo per gli inserzionisti soprattutto in un'ottica di medio/lungo periodo.
Non voglio entrare nel dettaglio delle mie opinioni in merito, visto che altrimenti finirei con lo scrivere il solito papiro. Mi limito a fare una sola considerazione: Google accresce la propria forza e, proprio su questa situazione di "non puoi fare a meno di me" andrà avanti con un sistema, Adwords, sempre meno trasparente.
Ad esempio, mi piacerebbe capire meglio come il Quality Score di Google arrivi a suggerirmi, per poter attivare una certa parola chiave in una campagna per un'azienda, un CPC come quello di cui sotto (vedi immagine).
Anche perchè ovviamente l'azienda cliente ti domanda "perchè non dovrei essere rilevante per quella parola chiave? Io quei prodotti li realizzo; ho un sito in cui li presento; per quella parola chiave ci sono solo quattro gatti come inserzionisti; il sistema dovrebbe essere ad asta... perchè questa fregatura?" [qui la spiegazione di Google]

un esempio dal pannello adwords

Etichette:

6 anni di Sems

Il 13 giugno 2002, in uno studio notarile di Brunico, Giorgio, Manni, Elsa ed io davamo ufficialmente vita a Sems, anche se nella realtà dei fatti eravamo operativi già da qualche mese.
Sono passati (mi verrebbe da dire "volati") 6 anni nei quali, soprattutto alla faccia dello scetticismo generale degli inizi (aprire una società che operava nel Web negli anni dello "sboom" era visto da molti -banche in primis- come una pazzia), siamo comunque riusciti a dare vita alla search marketing agency che avevamo in mente.
Sono stati sei anni di sfide esaltanti; ma il bello, ed è ciò che ci stimola ogni giorno a lavorare duramente per migliorarci, è che il meglio deve ancora venire.
Se proprio devo indicare una cosa che mi manca degli esordi, è la fantastica vista del Plan De Corones (la montagna che sovrasta Brunico) che avevo dalla mia scrivania nel nostro primo ufficio; chi, tra clienti e partner, è stato nostro ospite in quella sede, ha presente cosa io voglia dire:-)
Vorrei qui ringraziare tutti coloro che hanno lavorato e, soprattutto, quanti oggi stanno lavorando in Sems; da Serena, la nostra "dipendente numero 1", all'ultimo entrato Giacomo, includendo anche gli imminenti nuovi ingressi. Sems è cresciuta grazie all'importante contributo di tutte queste persone.

2.6.08

Google Merchant Search

Sto leggendo con molto interesse in questi giorni di una nuova "beta" di Google, Google Merchant Search, il nuovo comparatore di casa Google attivo al momento solo nel Regno Unito e solo per i prestiti erogati direttamente da società finanziarie. Niente broker, per intenderci, visto che alla fine è proprio il ruolo che Google vuole andare a coprire, con una remunerazione, da parte delle compagnie, basata sul numero di preventivi generati dai listing.
Come funziona? Il richiedente inserisce, nell'apposito form, i dati relativi al prestito che vorrebbe ottenere ed alcune informazioni personali; Google, sulla base dei dati inseriti, presenta i preventivi di prestito dei propri inserzionisti più in linea. A questo punto l'utente è libero di contattare o meno uno o più fornitori per concretizzare la richiesta in un prestito.
Leggendo di questo nuovo servizio, che potrebbe fare il pari con il più volte anticipato Google Travel, mi è venuto ovviamente da chiedermi come ragiranno i tanti broker e gli stessi player, che in molti casi investono cifre consistenti ogni mese su Adwords.
Se è vero che i contenuti di Google Merchant Search non dovrebbero comparire tra i risultati di ricerca (a bloccarli, sul sito google.co.uk, una riga specifica nel file robots.txt; ma sappiamo anche quanto Google spesso ignori le istruzioni di questo file), è anche vero che nell'esempio visto finora il servizio compare come primo link sponsorizzato. Ci sarà possibilità per i plyer di poterlo scalzare (qualora, in termini di costo/preventivo e costo di acquisizione, la cosa convenga)?
Inoltre, se già oggi molti player dell'e-commerce si lamentano della "esosità" di broker e comparatori (tanto da cercare il modo di bypassarli/evitarli), quanto sarà oneroso per i fornitori essere su Merchant Search, una di quele situazioni in cui, conoscendo la potenza di Google, "non si può non esserci"?

Blog Widget by LinkWithin