24.12.05

Buon Natale:-)

Che tu sia un lettore frequente di questo blog, o che tu lo abbia scoperto solo oggi, ti faccio i migliori auguri di Buon Natale: che tu possa veder realizzati i tuoi sogni.

Marco Loguercio

MSN AdCenter: positivi i primi riscontri sui test

Stando alle voci raccolte al recente SES di Chicago ed agli articoli usciti in questi giorni su alcune testate online (qui si può leggere l'articolo di MarketingVox), le aziende statunitensi che stanno provando, come tester, il nuovo AdCenter di Microsoft si dicono soddisfatte per l'elevato ROI che attualmente la piattaforma consente loro.
I dati sul ROI vanno ovviamente presi con le pinze perchè
- la concorrenza, essendo la piattaforma in fase di beta testing, è veramente limitata (sono circa 800, tra clienti finali ed agenzie SEM, i coinvolti in questa prima fase, i cui risultati saranno presentati nel corso del Q1 2006)
- proprio in considerazione della scarsa competizione, il costo click è ancora esiguo, spesso ridotto al minimo indispensabile.
Però la nuova piattaforma piace, anche per le possibilità di profilazione degli utenti, cosa che attualmente nè Google nè Overture consentono.
La richiesta principale degli inserzionisti ad MSN? Ovviamente quella di lavorare per aumentare i volumi di traffico (un accordo con AOL avrebbe potuto essere ottimo, da questo punto di vista, ma sappiamo com'è andata).
Quando arriverà AdCenter in Italia? A Chicago, allo stand di MSN Search, abbiamo avuto modo di assistere ad una dimostrazione della piattaforma; quando però si è passati alla domanda "e quando in Italia?", ecco che è calato il silenzio.
Aspettiamo.

ps: alla domanda su come mai avessero scelto Francia e Singapore quali primi paesi dove lanciare ufficialmente la piattaforma (che, come scritto sopra, negli USA è ancora in fase di test), la risposta è stata qualcosa del tipo "abbiamo scelto i paesi dove eventuali problemi di gioventù della piattaforma non avrebbero creato troppi problemi".

23.12.05

Come funziona Google?

La maggior parte di coloro che utilizzano Google per le proprie ricerche online si dicono molto soddisfatti della qualità dei risultati e della velocità con cui questi vengono proposti.
In pochi però sanno come Google arriva a proporre i risultati che ritiene più attinenti per la chiave di ricerca immessa.
Nel numero di dicembre (il primo) della "Google's Newsletter for librarians", Matt Cutts spiega cosa c'è dietro ogni ricerca effettuata su Google.

22.12.05

La classifica dei blog che ho consultato di più nel 2005

Mi appresto anche io a "chiudere per ferie" il mio blog, visto che qualche giorno da dedicare alla famiglia, lontano dal computer e dal telefono cellulare, non può che fare bene.

Fine anno è per definizione il periodo delle classifiche; così uno degli ultimi post di questo 2005 vorrei dedicarlo alla classifica dei blog sul SEM che ho consultato di più in questi mesi, quelli che ho trovato più interessanti in funzione delle informazioni che andavo cercando.
Una precisazione è quindi d'obbligo: non è una classifica (per quanto possa valere una mia graduatoria) che mira a premiare il miglior blog sul SEM in assoluto, come più o meno sta facendo in queste settimane Search Engine Journal.
Di solito io i blog li consulto per avere news e/o anteprime su quello che accade nel mondo del search marketing e/o che riguarda le persone che gravitano attorno a questo mondo. Non solo news "ufficiali", quindi, ma soprattutto indiscrezioni, commenti e valutazioni personali, anche un po' di sano "gossip".
Non deve stupire quindi se il blog che ho consultato di più in questi ultimi mesi (visto che in precedenza l'autore scriveva su un altro blog è stato Marketing Pilgrim di Andy Beal, ora CEO di una propria agenzia ed in precedenza personaggio di spicco di KeywordRanking, una delle più grandi agenzie SEM a livello internazionale.
Beal è diventato una celebrità nel mondo del search marketing soprattutto grazie al suo primo blog, Search Engine Lowdown, rimasto di proprietà di KeywordRanking una volta che Beal ha lasciato questa società.

Al secondo posto di questa mia classifica c'è il SearchBlog di John Battelle, autore del libro su Google "The Search".
Se Beal usa il suo blog per aggiornare ma anche per colpire con frecciatine spesso tanto sarcastiche quanto velenose (anche se ultimamente si è lasciato un po' andare alla self promotion... ma d'altronde è così quando ci si mette in proprio:-), Battelle approfondisce meglio le informazioni.

Terza piazza per il blog di Search Engine Watch, lanciato da Danny Sullivan, uno dei personaggi più noti del mondo del search marketing (è stato lui a lanciare la serie di conferenze Search Engine Strategies, che il prossimo aprile farà tappa anche a Milano.
Anche in questo caso è un blog di news ed approfondimenti.

Al quarto posto il blog (ha pochi mesi di vita, ma è già un must) di Greg Boser, aka WebGuerrilla. Greg (che nel mondo SEO è il personaggio che in assoluto preferisco) è uno di quei "black hat SEO" senza peli sulla lingua; celebri, in diverse conferenze oltreoceano, i suoi "battibecchi" con la puritana Shari Thurow ("è inutile che lei mi venga a dire che solo i siti ben fatti e con contenuti possono raggiungere visibilità e convertire il traffico acquisito. Se i motori sono invasi di spamming di affiliati è proprio perchè anche lo spam degli affiliati converte bene: gli afifliati guadagnano solo se convertono", frase ripetuta in diversi SES), così come le frecciatine a Google (tanto che Matt Cutts, per eliminarlo, ha cercato di strappargli anche il cuore:-)
Celebri queste sue affermazioni:

(riferendosi ai settori preferiti dagli affiliati che operano nei motori)
"Cosa significa PPC? Porn, Pills & Casinos"

"Non sei un vero SEO finchè i motori non ti hanno bannato almeno un sito"

"Piantala di cercare le soluzioni più strampalate per reindirizzare una doorway page. Sii uomo: usa il cloaking!"


Al quinto posto di questa mia graduatoria il blog della controparte, quello di Matt Cutts, il più noto (e pubblicizzato) ingegnere di Google. Ho avuto modo di conoscere Matt, con la scusa di un'intervista per un articolo e per diverse mie curiosità, per la prima volta al SES di Dallas del 2000; allora era un ingegnere come gli altri (ok, il suo CV è "mostruoso"), che partecipava per conto di Google alla sessione "meet the crawlers". Persona squisita e disponibilissima, com'è tuttora, nel suo blog si lascia andare ogni tanto a qualche esagerazione di troppo e le informazioni che fornisce sono sempre da prendere con le pinze.
Perchè lo leggo, allora? Perchè un SEO non può non leggere il blog di Matt Cutts:-)

Questi che ho elencato, dunque, i miei "top 5", quelli che nel mio feed reader hanno un posto di rilievo.
Seguo saltuariamente invece i blog ufficiali dei motori, che non mi attirano particolarmente, così come i blog ufficiali delle aziende SEM: preferisco quelli dei singoli personaggi, più schietti.

Per quanto riguarda i blog italiani, devo dire che sono ancora una parte esigua delle centinaia di feed che ho incluso nel mio reader (information overload: ecco il problema che si rischia ad avere troppi feed; alla fine si identificano quei pochi che ti "conquistano" e gli altri li guardi ogni morte di papa).
Trovo interessante, per quanto appena lanciato, SEOtalk, che cerca di affrontare il tema del search engine marketing attraverso spunti particolari.
Edentitycoach è stato a lungo il blog italiano correlato al mio lavoro che ho seguito di più; peccato che dall'inizio di novembre non sia più aggiornato. Stessa sorte (per carenza di tempo da dedicare) che ha toccato il blog di Motoricerca di Enrico "Low" Altavilla.
Così, attualmente, quello che leggo più di frequente è Motoricerca.net, ottimo punto di riferimento quando devo verificare se mi sono perso qualche lancio di nuovi servizi da parte dei motori (le novità sono così frequenti che gli stessi addetti ai lavori fanno fatica a starci dietro).

Concludo con una curiosità: negli ultimi mesi ho cominciato a leggere molti blog relativi all'affiliation marketing. I motori di ricerca sono da sempre il principale veicolo di traffico e business per gli affiliati (Greg Boser docet), ma ritengo che nel prossimo futuro search ed affiliation marketing andranno ancora più a braccetto.

20.12.05

Il SEM? Le aziende preferiscono gestirlo in casa

Questo pomeriggio, leggendo la newsletter mensile di SEMPO, la mia attenzione è caduta su un aspetto dei risultati della ricerca annuale sullo stato del mercato del search engine marketing (commissionata da SEMPO il mese scorso), aspetto che mi era sfuggito durante la presentazione dei risultati della survey alla recente riunione di Sempo a margine del SES di Chicago (mi è sfuggito forse perchè la riunione di Sempo era più incentrata sul bere che sul presentare? Forse perchè non c'erano proiettore e maxischermo ma semplicemente un portatile con monitor da 15" che Kevin Lee e Dana Todd, da sopra un tavolo manco fossero table dancer, si illudevano fosse visibile al centinaio di persone sottostante? Forse perchè mentre i relatori parlavano, i gestori della grande sala che ci ha ospitati hanno lasciato a lungo andare una musica di sottofondo che di fatto copriva le voci dei relatori?
Insomma, l'aspetto organizzativo poteva essere più curato, soprattutto considerando che quell'evento doveva servire a reclutare nuovi associati:-)

Tornando al punto, dalla ricerca è emerso un aspetto di cui anche in Italia noi addetti ai lavori ci siamo accorti: le aziende, soprattutto quelle che operano prevalentemente online, cercano di internalizzare la maggior parte degli aspetti del search engine marketing, keyword advertising in primis, all'insegna del "nessuno conosce il mio business meglio di me, quindi è meglio che faccia io anche il kw adv".
Una propensione che nel 2006 andrà in crescendo, con l'ovvio risultato che (cito la frase di chiusura del resoconto nell'email di Sempo) "SEM agencies may see a decline in business as a result".

Questa propensione non deve meravigliare più di tanto, anche perchè ormai i search marketer "in house" hanno a disposizione, a prezzi sempre più contenuti, tutta una serie di tool che prima, per i loro costi o per la difficoltà a svilupparli internamente, erano quasi esclusiva delle agenzie SEM più grandi.
Alcune di queste aziende contattano agenzie SEM per avere un supporto consulenziale (e, in qualche caso, anche formazione) in fase di implementazione della campagna; in altri casi le agenzie SEM, come è capitato a noi di Sems in un paio di occasioni, sono state contattate per dare supporto all'azienda nella scelta e test della piattaforma di bid management più idonea ai propri obiettivi, alle proprie esigenze ed al budget a disposizione (le piattaforme non sono tutte uguali); oppure, più semplicemente, per settare le strategie da adottare con la piattaforma (strategie basate sul bid, sulla concorrenza, sugli orari della giornata e sui giorni della settimana, sul ROI, sul CPA, sul CPL... insomma, ce n'è per tutti i gusti:-)

Che poi, internamente, le campagne siano gestite meglio e con maggiore profitto che attraverso un'agenzia è tutto da vedere e dimostrare: ci sono casi esemplari di successo (ups, non me ne vengono in mente:-), ma anche di fallimento; basta navigare tra i risultati di ricerca per trovare facilmente esempi di quanta improvvisazione ci sia nella gestione di campagne di search advertising.
Per dare l'idea: chi ha seguito i miei seminari allo Smau ed allo IAB Forum si ricorderà, probabilmente, dell'esempio che ho fatto del sito di ecommerce di articoli sportivi che compare per una certa parola chiave che con gli articoli sportivi non ha alcuna attinenza. Ebbene, qualche giorno fa mi è capitato di vedere il link sponsorizzato della stessa azienda pubblicato a margine di un articolo di repubblica.it che parlava di un grave episodio di violenza. Anche qui, attinenza zero.

Vita sempre più dura, quindi, per le agenzie di search marketing?
In realtà non credo; internalizzare la gestione del search marketing può avere costi elevati, cui si aggiungono i costi ed il tempo necessari per l'aggiornamento delle risorse, considerando che il mondo dei search engines cambia con una frenesia tale...
quindi anche le società che internalizzano la gestione avranno bisogno, con sempre maggiore frequenza, del supporto consulenziale delle agenzie specializzate, per non rimanere troppo indietro o per essere all'avanguardia rispetto ai loro competitors.

Aggiornamento del 09/01/2006: ClickZ approfondice l'argomento in un articolo di Kevin Newcomb.

19.12.05

Google stenta sulla carta stampata?

Se per quanto riguarda l'advertising online Google è letteralmente un rullo compressore, quando l'advertising si sposta sulla carta stampata le cose cambiano sensibilmente.
Secondo una ricerca di BusinessWeek, basata su una serie di interviste ad aziende che hanno partecipato ai primi test del programma denominato Google Pubblication Ads, l'idea di Google di portare i propri inserzionisti anche sulla carta stampata (i primi test sono stati fatti su riviste USA come PC Magazine o Budget Living) non sta decollando come speravano a Mountain View. Solo 1 dei 10 inserzionisti intervistati da BW si è detto soddisfatto del test, mentre ben 8 non hanno ottenuto un ritorno tale da convincerli ad aderire nuovamente al programma.
Tra le difficoltà riscontrate: una minore efficacia della carta stampata rispetto al search nelle campagne direct response (ma va?:-), costi dell'advertising offline che non possono scendere più di tanto (gli editori non vogliono fare sconti eccessivi a Google, per il giusto timore che poi questo porti al crollo del prezzo di listino, e sembra che in alcuni esperimenti Google stesso abbia lavorato in perdita), ed ovviamente la difficoltà di poter misurare i risultati ottenuti con la stessa precisione che il web consente.
Google comunque non demorde.

17.12.05

Don't be evil!

Google, ma come? Ci hai ripetuto per anni l'assoluta integrità dei tuoi risultati di ricerca, per nulla influenzabili dal potere del "dio denaro", ed ora invece scopriamo che, pur di mantenere l'accordo con AOL, darai ai contenuti di AOL un "trattamento di favore"?
Come riporta il New York Times, infatti,
Google, which prides itself on the purity of its search results, agreed to give favored placement to content from AOL throughout its site, something it has never done before.

Proprio vero: ognuno ha il suo prezzo, anche Google;-)

Aggiornamento: ovviamente l'ipotesi che Google vada a compromettere, per convenienza sua, l'integrità dei propri risultati di ricerca ha aperto dibattiti in tutto il mondo. Tra blog e forum, ne stanno uscendo fuori di tutti i colori, tra chi accusa Google e chi invece ribatte che questo deal sia unicamente un accordo di consulenza su come ottimizzare al meglio AOL per Google (anche questo: cosa che non dovrebbe essere fatta, ma che in Google, soprattutto oltreoceano, sembra facciano soventemente soprattutto per acquisire i big spendere come clienti diretti del keyword advertising).
In attesa che qualcuno di Google commenti questa frase (magari l'anti spammers Matt Cutts?), non rimane che aspettare che questo accordo, se sarà poi realmente firmato, diventi attivo e vedere cosa succederà tra i risultati di ricerca soprattutto nelle nazioni che vedono presente AOL (USA, UK, Germania e Francia le principali).

Aggiornamento 2: nonostante il tardivo tentativo di opposizione di qualche socio di minoranza di AOL, il matrimonio s'è fatto. ClickZ spiega bene i principali dettagli.

Aggiornamento 3: Marissa Mayer, una delle menti che stanno guidando lo sviluppo di Google (la rivista Business 2.0 l'ha inserita nel suo "Silicon Valley Dream Team"), sul blog ufficiale di Google ha pubblicato una presa di posizione in merito a tutte le illazioni e supposizioni che si sono fatte in queste settimane sull'accordo con AOL.
Mayer difende in particolare a spada tratta l'integrità dei risultati di ricerca, sostenendo che l'ottimizzazione dei contenuti del portale AOL fa parte di quel progetto di "organizzazione di tutte le informazioni disponibili al mondo" che Google ha anche come propria mission.

16.12.05

Sems sponsor del Search Engine Strategies di Milano

Sono veramente tante le novità a cui in Sems stiamo lavorando per l'anno entrante.
La prima che stiamo per comunicare, e questo non può che farmi piacere visto che partecipo agli eventi del SES dal lontano 2000, è che Sems sarà premier sponsor del Search Engine Strategies di Milano, quello che si preannuncia come l'evento di riferimento per il search engine marketing in Italia.
Sems avrà anche un proprio stand nell'area espositiva, dove presenteremo diverse novità; tra queste i risultati dell'edizione 2006 della survey Sems/Nextplora sull'utilizzo dei motori di ricerca da parte degli italiani online.
Le aspettative di noi addetti ai lavori per questo evento sono altissime, visto che l'interesse attorno al search engine marketing cresce di giorno in giorno ed il SES potrebbe essere un evento di assoluto valore per le aziende che vogliono raccogliere maggiori informazioni su come investire (o come investire meglio) in visibilità tra i risultati di ricerca, siano questi sponsorizzati o "naturali".
Mancano 4 mesi ma i preparativi sono già cominciati.
Il comunicato stampa che abbiamo diffuso è pubblicato qui.

7.12.05

Il würstelmarketing di Zanox

Ho già avuto modo di scrivere della pessima qualità del cibo al SES di Chicago (tra l'altro, ho dimenticato di accennare al fatto che adesso hanno fatto sparire anche i biscottini ed i dolcetti al coffee break: ora rimane solo sciacquetta sapor caffè, coca, sprite ed acqua minerale, nulla di commestibile).
Non posso quindi non scrivere della grande mossa di Zanox che ieri, nel suo stand, ha accolto i visitatori con salsicce e birra alla spina, con sottofondo di musica bavarese.
(avrei anche fatto una foto, ma non riesco proprio a convincermi che il Treo NON è una macchina fotografica:-/ )

Per il resto, la seconda giornata di SES è trascorsa tranquilla, senza grandi novità di rilievo se non il frenetico cambio di aziende (o siluramenti) che sta caratterizzando molti specialisti statunitensi del SEM; sembra di essere tornati ai primi del 2000, quando un biglietto da visita diventava vecchio dopo pochi mesi. Ma su questo tornerò appena avrò un attimo di tempo.

6.12.05

SES Chicago - prime impressioni

In attesa di metabolizzare quanto appreso in questa prima giornata di SES, approfitto dei minuti che mancano all'inizio della riunione di SEMPO per alcune impressioni.
Il SES, come evento, è indubbiamente in crescita; incuriosisce che alla crescita quantitativa e qualitativa dei partecipanti (e del prezzo del biglietto;-) faccia seguito un peggioramento costante di alcuni aspetti organizzativi dell'evento.
Qualche esempio:
- il pranzo: dai pranzi di qualità delle prime edizioni (parlo del 2000) si sta andando veramente scadendo, tanto che da alcuni anni il pranzo è nulla più che una borsettina con panino, biscottino e mela (per fortuna, almeno questa); oggi ho avuto la malaugurata idea di provare il panino "italian chicken", e devo dire che ci vuole anche fantasia per arrivate a tanto: pezzi di pollo in salsa pesto (ok, neanche lontano parente del pesto genovese) in un panino che altro non era che...due pizzette. Vabbè.
- Powerpoint: se gli organizzatori vogliono imporre un computer unico per le presentazioni in sala, che almeno si assicurino che questo sia aggiornato in tutte le componenti necessarie; altrimenti succede come oggi che, a causa di una versione di office non aggiornata nei computer di alcune sale, i relatori si siano visti funzionare malamente (o non funzionare proprio) le animazioni delle loro presentazioni powerpoint; oppure, com'è successo ad un relatore che voleva affrontare le problematiche del SEM nelle lingue asiatiche, vedere la presentazione ppt ripiena di anonimi quadratini invece dei caratteri giapponesi, cinesi, coreani a causa della mancata installazione di questi sul computer in sala.
Vediamo quali altre sorprese riserverà la serata:-)

5.12.05

SES Chicago

Ovviamente gli organizzatori stanno utilizzando tutti i superlativi possibili per quest'edizione del Search Engine Strategies a Chicago: mai così tanti sponsor per l'evento di dicembre, mai così tanti espositori, mai così tanti partecipanti come quelli che si aspettano da oggi a giovedì. Vedremo se anche i contenuti saranno all'altezza delle aspettative.
Intanto ieri sono stati diversi i "volti noti" del mondo del SEM alle prese con lo shopping natalizio tra i negozi ed i centri commerciali della "magnificent mile", la via più "shopping oriented" di Chicago.
Tra le tante curiosità, una trovata in un'edicola: una rivista interamente dedicata a Google ed ai suoi tool; dopo tanti libri sull'argomento, poteva mancare un magazine? L'editore è lo stesso di SmartComputing magazine.

1.12.05

World Marketing & Sales Forum

E' vero che a Parigi c'era il Search Engine Strategies, ma visto che sarò comunque a Chicago la prossima settimana (e del mercato francese mi interessa onestamente poco), ho preferito seguire il World Marketing & Sales Forum.
Evento che (a mio parere, soprattutto nella seconda giornata) è valso il prezzo del biglietto.
Alcune curiosità:
a) il brand più citato nel corso delle sessioni (quasi tutte: ha fatto eccezione solo quella di Martha Rogers, ma magari sono io che non l'ho sentito) non è stato quello dell'ormai onnipresente Google (ho intravisto, tra l'altro, anche Massimiliano Magrini e Stefano Hesse di Google Italia) bensì quello di Wal-Mart, la catena statunitense di super/ipermercati che, vista la propria potenza contrattuale, obbliga i fornitori a stare alle sue regole (ed ai suoi prezzi), pena l'esclusione da un bacino di utenti di decine di milioni di statunitensi.
Per rendere l'idea di quanto Wal Mart sia opprimente e possa decidere le sorti di un'azienda, Philip Kotler mercoledì ha raccontato di come ci siano aziende disposte a pagargli centinaia di migliaia di dollari qualora lui sia in grado di trovare loro una maniera di poter controbattere alle richieste del gigante statunitense.
b) Se è vero che buona parte delle aziende che hanno partecipato all'evento ancora non credono molto in Internet e limitano i propri investimenti online, questo non vuol dire che siano per forza arretrate anche tecnologicamente: mi sono sorpreso nel vedere quanti (veramente tanti) hanno alzato la mano alla domanda del relatore Terry Jones su chi in sala usasse Skype per telefonare via Internet. Certo, non è detto che fossero telefonate aziendali, ma è comunque vero che anche in Sems abbiamo svolto recentemente alcune conference call con prospect utilizzando entrambe le parti proprio Skype (spesa per le conference calls? 0 €!). Ed ora è in arrivo anche Skype con la funzionalità per videoconferenze (già prima c'era un plug in, ma nulla di eccezionale).

Le sessioni che mi sono piaciute di più sono state quella di Kevin Roberts sul tema "lovemarks" (guarda caso il titolo di un suoi libro; cosa, questa, comune a tutti i relatori dell'evento), ovvero il ruolo del marketing e della pubblicità nell'evoluzione di un marchio (con l'obiettivo di far "innamorare" di questo i consumatori), e l'importanza dell'impatto emotivo nell'advertising (bellissimi alcuni spot televisivi che ha portato a supporto); e quella di Martha Rogers sul customer management: nulla di innovativo, quanto da lei detto (soprattutto visto che ho già in passato letto alcuni suoi libri), ma sentirlo ripetere ogni tanto fa sempre bene, anche per confrontare cosa vorrebbe la teoria e cosa concretamente consente la pratica.

Altri dettagli li aggiungerò nei prossimi giorni, visto che di cose da raccontare ce ne sono.

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