23.2.07

5 cose su di me

Raccogliendo il testimone da (in ordine cronologico) Taglierbe e da Emiliano Carlucci (un saluto ad entrambi), in questa sorta di "catena di S. Antonio" che invita a svelare 5 cose di sé magari poco note (ma se sei qui che leggi, evidentemente hai saputo sopravvivere benissimo tutti questi anni senza saperle:-), ecco le mie "top 5".
O, meglio, le 5 cose che mi sono venute così di getto, visto il poco tempo a disposizione:-/

1) Sono (ora un po' meno rispetto a qualche anno fa) un algoholic ed un workaholic, ma ho la grande fortuna di fare un lavoro che mi piace tantissimo. Mi occupo di motori di ricerca ormai da più di 10 anni, ma non sono ancora stufo, anzi; l'entusiasmo è una componente essenziale del mio modo di operare.
2) Sono un grande appassionato di ciclismo, sport che ho praticato a livello agonistico per una decina d'anni, a cavallo tra gli anni '80 e '90, sia on- che offroad. In quegli anni ho dovuto addirittura "okkupare" una cantina inutilizzata del mio condominio, perchè non sapevo più dove mettere le tante biciclette ed accessori (alcuni dei quali sono ora in mano a Matt, che saltuariamente li mette in palio).
Il ricordo più bello che mi porto dietro è stato l'aver corso in maglia azzurra i campionati europei MTB di Bassano del Grappa del '96, in un circuito preso d'assalto da decine di migliaia di persone che ti incitavano per nome quando passavi (ancora adesso mi viene la pelle d'oca al solo ricordarlo).
3) Quando ho un po' di tempo a disposizione, mi piace sperimentare le applicazioni online anche al di fuori dell'ambito lavorativo. La scorsa estate ho trascorso un'intera giornata a San Francisco facendo shopping guidato dal mio Nokia E61: sfruttando le reti WiFi aperte, cercavo dove andare con Google Local ed utilizzavo Google e Yahoo maps per avere le indicazioni su come raggiungere i negozi di mio interesse (di biciclette in particolare: vedi punto 2). Comodissimo.
4) Adoro viaggiare, anche se quello che ho fatto in questi ultimi anni non è esattamente quello che intendo. Quando ero atleta, le trasferte consistevano nell'arrivare sul luogo della gara la sera prima per visionare il percorso e ripartire il giorno successivo subito dopo la competizione. Turismo? Macchè.
Ora viaggio in giro per il mondo per lavoro, ma il tempo per fare il turista è sempre ridotto al lumicino, tra riunioni, incontri, conferenze, presentazioni e, ovviamente, il lavoro operativo. Per questo sorrido sempre quando mi dicono o mi scrivono che mi invidiano per i miei spostamenti:-D
Le località che più mi sono piaciute sono state Bali e Berlino. Lo spettacolo più bello? Vedere l'alba sulle Dolomiti. Da lasciare a bocca aperta.
5) Dulcis in fundo, sono sposato da oltre 4 anni con Lina, che non finisce mai di stupirmi per la pazienza che ha nei miei confronti. Ok, qualche volta perde le staffe nel vedermi sempre al lavoro, ma trova sempre la maniera più inaspettata e simpatica per farmi capire che è arrivata l'ora di staccare; come quando mi ha appeso davanti al monitor una pagina pubblicitaria con scritto "ricordati che Babbo Natale non esiste, tua moglie sì". Messaggio forte e chiaro.

Ora passo il testimone a Paolo, Maurizio, Stefano, Igor e vado dalla mia dolce metà.

22.2.07

To', è online italia.it

Il nuovo portale Italia.it: sarà a lungo in beta come i servizi di Google?
Incredibile a scriversi, dopo tante tribolazioni è finalmente partito il portale italia.it!
Certo, mi auguro che questa sia soltanto una preview, un "assaggio" di quanto di magnifico potranno fare le istituzioni per promuovere l'Italia attraverso il Web; perchè altrimenti mi viene difficile pensare che ci siano voluti 45 milioni di euro per realizzarlo.
Se guardo ad esempio la scheda di Brunico, il mio comune natale, mi cadono le braccia. Quattro righe descrittive, fornite dall'Istituto Geografico De Agostini, che sembrano degne di un Bignami (a proposito: nell'era dei cellulari che navigano sul Web e/o degli SMS/MMS, esistono ancora?), non di un portale che dovrebbe convincere uno straniero a venire a sciare a Brunico anzichè nella vicina Austria, in Francia o nelle più economiche località sciistiche dell'ex Jugoslavia.
Tra l'altro non c'è alcun riferimento al sito del del locale consorzio di promozione turistica (o l'indirizzo email), che sarebbe utile linkare se proprio non vuoi metterci contenuto...
E per quanto riguarda la "search engine friendliness" del nuovo portale (argomento che, da buon SEO, non potevo non verificare)?
In fase di presentazione (ho perso il conto di quante presentazioni hanno fatto di italia.it), hanno più volte ribadito che uno degli obiettivi di italia.it è quello di veicolare traffico dai search engines, tanto da aver addirittura lanciato una gara, un paio d'anni fa, per il SEO (un bando che all'epoca fece discutere per come era stato realizzato).
Vado a guardare il sorgente della pagina dedicata a Brunico ed ecco quello che vedo:
un'accozzaglia di parole chiave nel titolo (tagliato dal CMS)
"< title >
italia.it - Brunico Plan de Corones Benvenuti hotel appartamenti camere vacanze meteo Dolomiti sport Alpi cu
< /title >"

ed una descrizione che ti pubblicizza Tiscover, una delle società facenti parte del consorzio temporaneo d'imprese che si è aggiudicato la realizzazione di italia.it (evidentemente siamo tornati ai bei tempi del primo boom di Internet, in cui andavano alla grande accordi del tipo 'contenuti in cambio di visibilità' ;-)
"< meta name="Description" content="Tiscover è il portale per viaggi e vacanze a Brunico ( Val Pusteria ) . Informazioni su hotel, appartamenti, campeggi, camere, meteo, Dolomiti ( Alpi ), sport, cultura..." / >"

E' un sito nato proprio per i motori di ricerca, italia.it. Basta guardare il sorgente HTML della pagina d'ingresso italia.it o delle pagine che seguono...
Insomma, per fortuna esistono gli Adwords (e spero ne facciano un ricorso massiccio) :->
Ma non disperiamo: non è questo ancora il vero italia.it... forse...
(visto che, scrive Travel Trade Italia, la versione attuale deve "consentire alle regioni e alle imprese turistiche di verificare la valenza dei contenuti e di portare le necessarie ed eventuali modifiche"; parole di Margherita Bozzano, assessore al Turismo della Regione Liguria e referente per il Portale Italia.it all'interno degli assessorati al Turismo; una regione, la Liguria, che proprio con il suo portale turistico ha potuto tastare gli enormi vantaggi di un sito ottimizzato per i motori).

Nota aggiuntiva: ho scritto di Tiscover, partner tecnologico del progetto. Per curiosità, ho provato a vedere cosa succedeva sostituendo, in una URL qualsiasi delle pagine interne del nuovo portale italiano, la parte "italia.it" con "tiscover.it": in molti casi (nell'area 'visita l'Italia') ha funzionato (es. qui e qui). 45 mio di Euro dei contribuenti per riciclare tecnologie e farsi fornire contenuti non all'altezza?
Aspettiamo italia.it, quello vero:-)

Nota delle ore 9: forse, vista l'ora in cui l'ho navigato stamani, sarò finito in una preview pubblica; o forse, caduto il Governo, è caduto nuovamente anche Italia.it... fatto sta che adesso è di nuovo tutto come prima, ovvero la desolante schermata fissa con scritto "coming soon"...

Aggiornamento delle ore 12: italia.it è nuovamente accessibile. Ed a proposito di accessibilità, per curiosare vado a vedere la mappa "accessibile" dell'Italia, ovviamente per cercare la mia regione natale. Clicco sul Trentino Alto Adige e, ops, trovo informazioni solo a metà: le informazioni riguardano molto il Trentino, e nulla l'Alto Adige. Forse ci danno già per passati all'Austria?
Sorvolando (insomma) sul fatto che è stato sbagliato il link al portale del Trentino, qui ribattezzato "Tentino", ci si è dimenticati del portale della controparte altoatesina (che invece linko io:-), che pure paga le tasse a Roma (ok, un po' di meno delle altre, grazie al suo status di "autonoma").
Che sia per una sorta di rivalza per il fatto che, ai recenti campionati mondiali di biathlon in Valle di Anterselva, la provincia di Bolzano ha utilizzato solo il nome tedesco Südtirol (anzichè la definizione bilingue Alto Adige/Südtirol) per promuoversi? Nonostante alle ultime elezioni il 62% della locale cittadinanza (fonte Wikipedia) abbia votato Prodi?
Vedremo.
Comunque per oggi basta aggiornamenti, che già via messenger mi stanno accusando di sparare alla croce rossa, e non è giusto per chi comunque ci sta lavorando.

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21.2.07

Inaugurata la SEMS Academy

Come deve muoversi un'azienda quando deve crescere ma non trova sul mercato gli skill professionali di cui avrebbe bisogno? Forma le nuove leve al proprio interno.
E' quello che facciamo in Sems, un percorso di formazione che ultimamente abbiamo deciso di articolare meglio ed arricchire anche di esperienze non necessariamente legate al mondo dei motori di ricerca (visto che, come ripeto spesso, i motori sono solo una parte del mix), e che abbiamo deciso di chiamare SEMS Academy.
L'academy, riservata unicamente al personale di Sems (e, a breve, anche al team di search advertising di DMC), è un progetto ambizioso, con pochi omologhi nel mondo del search marketing, che punta a formare in maniera completa ed efficace le nuove leve di Sems (stagisti e figure junior appena entrate) ed a fornire aggiornamento costante anche a quanti in Sems lavorano da più tempo, e con qualsiasi livello di seniority.
Docenti dell'Academy sono gli specialisti più "navigati" del gruppo Sems, figure di rilievo del Gruppo FullSix (di cui Sems, dalla scorsa estate, fa parte, e che include competenze che spaziano dalla consulenza al CRM, dal digital marketing alle analisi di mercato, passando per il web design ed il direct marketing on- ed offline) o specialisti/consulenti esterni ad esso; in tutti i casi persone altamente qualificate per gli argomenti che vanno a trattare.

La SEMS Academy è stata presentata e lanciata ufficialmente questa sera con l'intervento di Federico Capeci, general manager di OTO Research, sul tema "Indicatori di performance e ROI". Non poteva che essere questo il primo argomento da approfondire, per una società che fa della misurabilità dei risultati che porta e del focus sul ROI per i clienti il proprio punto di forza.
Federico Capeci nel corso del workshop.
Nel corso dell'incontro, protrattosi per quasi due ore, sono stati toccati punti chiave relativi agli indicatori di performance (come selezionarli, quali caratteristiche devono avere, come misurarli... a seconda della tipologia di attività che vengono portate avanti) ed al ROI, anche attraverso casi concreti ed aneddoti.

Se il numero di domande che sono state poste a Federico (che approfitto per ringraziare per la disponibilità, visti tutti i suoi impegni di lavoro) nel corso di queste due ore può essere un indice di successo di questa prima "lezione" dell'Academy, allora non posso che ritenermi soddisfatto di questa prima tappa di un progetto a cui sto lavorando da lungo tempo, ed i cui risultati non tarderanno ad arrivare.
Federico Capeci, general manager di OTO Research.
Concludo con una segnalazione interessante: in molti, recentemente anche sul forum di Giorgiotave, si chiedono quando un SEO/SEM acquisisca lo status di "senior".
Rand Fishkin, celebre nel mondo del search marketing per il suo blog SEOmoz oltre che per le sue scarpe gialle, ha pubblicato un interessante post sull'argomento, in cui indica quali sono molti dei principali fattori che fanno ritenere "senior" uno specialista SEO/SEM.
Devo dire che concordo con quanto scrive, per quanto la sua lista non sia (ovviamente) esaustiva.
L'articolo può interessare soprattutto quanti ambiscono a lavorare per un'agenzia SEO, visto che indica le principali difficoltà che si incontrano passando a lavorare per clienti spesso di alto livello.

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19.2.07

Movimenti oltreoceano nel mondo SEM

La notizia è della scorsa settimana (è stata una di quelle che hanno animato la prima giornata al SES di Londra), e riguarda da vicino il mercato SEM europeo visto che iCrossing, una delle più grandi agenzie di search marketing statunitensi, è sbarcata nel vecchio continente con l'acquisizione di Spannerworks.
Come si sono pagati quest'acquisizione? Attraverso l'ennesimo round di finanziamenti di capitali di ventura, questa volta per 18 milioni di US$ (per un totale di quasi 50 mio di US$ negli ultimi anni... non oso pensare cosa avrei potuto fare di Sems con simili investimenti:-D.
Intanto a New York Bill Wise ha rassegnato le sue dimissioni da CEO di Did-it, l'agenzia di search marketing fondata da Kevin Lee, motivandole con disallineamenti interni sulla strategia di lungo periodo da seguire in azienda.
Il posto di CEO sarà preso temporaneamente da Dave Pasternack... si, proprio quello che negli ultimi mesi ha sparato a zero (o quasi) sulla validità del SEO.

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15.2.07

SES Londra - giorno 2

E' iniziata sotto la pioggia la seconda giornata del SES a Londra. Ma d'altronde non c'è da meravigliarsi, visto che siamo a Londra. Fortunatamente la giornata si è poi ripresa, così da consentire di andare in serata in centro a festeggiare San Valentino senza l'obbligo dell'ombrello.
La seconda giornata del SES è invece iniziata con la presentazione dei dati della survey di SEMPO sul mercato europeo. Causa impegni di lavoro me la sono persa, ma conto nei prossimi giorni di riprendere l'argomento per un post ad hoc.
Parlandone col buon Mauro Lupi, mi ha riferito che i risultati per l'Italia sono interessanti, nonostante il numero non elevato di risposte ricevute (ma, una volta tanto, abbiamo fatto meglio di UK e Germania;-).
Non mi sono invece perso il keynote di Matt Cutts, sempre sorridente e pronto alla battuta (ma ben lungi dal comunicare cose che già la comunità SEO non sappia;-)
Tra l'altro, il nostro Roberto (uno dei SEO di Sems con me all'evento) alla fine è riuscito ad avere con lui una conversazione "face to face" in cui gli poneva in tempo reale le domande che arrivavano via SMS dalla nostra sede milanese. Anche qui, massima disponibilità da parte di Matt, caratteristica che fortunatamente non ha perso negli anni con la crescita di Google.
Chi fosse interessato a leggere un resoconto del Keynote lo può trovare sull'onnipresente SERoundtable, così come anche sul blog SEOmoz.
Personalmente, la sua risposta che più mi ha colpito positivamente è stata quella alle caratteristiche di un bun SEO che, per Cutts,
"non è colui che passa il tempo a fare reverse engineering, ma colui che sa capire quali potranno essere i cambiamenti (social bookmarking etc) e come adattare di conseguenza la propria attività; inoltre non targetizza solo la web search, ma anche le altre opportunità che ormai si offrono (mobile, video, news, local)"
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un'idea che da anni condivido, e su cui si basa anche il recruitment in SEMS (fondamentale la "forma mentis" di chi vuole fare il lavoro di SEO).
Spassoso anche il racconto di Matt sullo spam che riceve da parte di aziende (o presunte tali) che vogliono vendere l'indicizzazione su XXX migliaia di motori di ricerca o servizi SEO a posizionamento garantito.
Che anche a Google mandassero email del tipo "Caro Google, cercandoti su Google ho visto che non compari come dovresti o non sei proprio indicizzato. Sappi che con noi..." lo ho raccontato più volte in passato. Quello che non sapevo è che Matt, che in Google si occupa di lotta allo SPAM, abbia l'abitudine di rispondere a queste email, fingendosi interessato e chiedendo qualche esempio di attività di questi spammer. Incredibile a dirsi, quasi 2/3 di questi gli rispondono con esempi, che poi ovviamente Matt utilizza come benchmark (e contro di loro;-).
Quanto alle altre sessioni, interessanti gli sviluppi del Video SEO, settore in cui tra l'altro si inizia a parlare anche di product placement (esistono già casi di filmati su YouTube che sono voluti e realizzati da case produttrici di prodotti di vario tipo), quindi non mi meraviglierei se adesso le società specializzate non si limitassero più ad inserire la Panda o l'Omega SeaMaster nel film di 007, ma dessero maggiore peso anche al web ed al fenomeno YouTube in particolare (sicuramente alcune già lo fanno).
Oggi giornata di chiusura dell'evento, che vivrà la prossima tappa europea a fine marzo a Monaco di Baviera.

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14.2.07

SES Londra - giorno 1

Eccomi qui a raccontare la prima giornata dell'SES di Londra, prima tappa europea di questo 2007 del Search Engine Strategies, che a fine maggio arriverà anche in Italia.
La nuova sede dell'evento, l'ExCel, centro conferenze il cui nome evoca a molti ore ed ore passati sul celebre foglio di calcolo di casa Microsoft, ha i suoi pro ed i suoi contro: è comodissimo da raggiungere atterrando all'aeroporto di London City, e si presenta imponente all'esterno. Ma all'interno è un vero mortorio, visto che i tanti bar, ristoranti e negozietti sono tutti (salvo qualche rara eccezione) chiusi, e la sua dislocazione alla periferia londinese richiede un po' di tempo se si vuole poi raggiungere il centro (tra l'latro, il costo dei mezzi pubblici, qui a Londra, li rende poco "pubblici":-).
Passando alla manifestazione, la prima cosa che salta all'occhio è la contrazione dell'area espositiva. Lo scorso anno gli espositori erano molti di più e con stand appariscenti (MSN, Yahoo, Google, Greenlight quelli che colpivano maggiormente). Quest'anno sembra dominare la sobrietà, e mancano la maggior parte delle agenzie SEO/SEM; gli espositori sono prevalentemente fornitori di tecnologia, web analytics su tutti.
Gli interventi: non è possibile dare un giudizio oggettivo sugli interventi di questa prima giornata, visto che i feedback avuti chiacchierando nell'area espositiva o tra i banconi del coffee break sono stati discordanti: ad alcuni sono piaciuti, altri li hanno trovati molto "basic", ma su questi giudizi pesano sempre molto ovviamente le aspettative.
Tra le cose che mi sono segnato, molte riguardano la sessione di case studies e quella, per me "mitica" ed imperdibile (visti anche i relatori ed il fatto che non ci sono schemi predefiniti ma si va a braccio) del forum sui risultati naturali. Nella prima, molto interessante lo showcase di Chevrolet, presentato da Jaime del Valle Sansierra, manager direct marketing Europa della casa automobilistica.
"Internalizzare il SEM o darlo in outsourcing? Il nostro lavoro è quello di vendere automobili, quindi è su questo che dobbiamo focalizzarci ed è sugli indicatori di performance riconducibili a questo -anche se noi non vendiamo online- che dobbiamo misurare i risultati, non su semplici CTR o impression. Le agenzie ed i fornitori con cui lavoriamo devono quindi portare valore, e capire che non possono aspettarsi lo stesso supporto nelle diverse country, visto che il personale che abbiamo ad esempio in UK non è lo stesso e non lavora alla stessa maniera di quello di un paese, ad esempio, dell'Est europeo."

Come convincere poi gli "sponsor" interni all'azienda sulla necessità di investire in search marketing? La risposta più onesta ed immediata è arrivata da Audrey Benoit di SN Brussels Airlines.
"Mi dispiace dirlo, ma nella maggior parte dei casi alle alte sfere non hanno tempo ed interesse a mettersi a leggere proiezioni ed analisi di mercato. Molto più efficace e diretto fare uno screenshot di una pagina di risultati di Google per una parola chiave che ci riguarda ed evidenziare che noi non ci siamo, mentre i nostri competitors si. Un sistema che nella maggior parte dei casi smuove le acque e ti garantisce i necessari finanziamenti."

Nella sessione sulle campagne multi-country sono emersi due aspetti interessanti: che la lingua italiana (e generalmente quelle latine) è quella, tra le principali, che ha la "long tail" di parole chiave (il numero complessivo di chiavi di ricerca diverse che possono portare traffico per un argomento) più corta, mentre la coda più lunga è quella delle lingue germaniche; e che, purtroppo, anche all'interno dell'Europa l'Italia è considerata un mercato secondario: UK, Germania, Francia e persino Spagna sono i "fab four"...
Ci si consola (della serie: meglio di niente:-) con la citazione che, nel corso della sessione sul local search, è stata fatta dell'ottimo lavoro portato avanti da Seat Pagine Gialle per Visual e le sue mappe.
E passiamo al forum sui risultati naturali, dove in alcuni casi ho realmente riso come in occasione dello show di Fiorello al lancio di Vista. E' la sessione in cui i relatori, tutti SEO che non hanno peli sullo stomaco, massacrano e dissacrano miti e leggende del nostro lavoro.
La palma della battuta più bella della giornata va a Mikkel deMib Svendsen:
"Per favore, non continuate a fissarvi con il Pagerank di una pagina, non c'è alcun fondamento scientifico sul valore mostrato dalla toolbar. Io paragono sempre il PR all'oroscopo: una cosa per divertirsi, nulla più"
.
Chris Sherman, per sottolineare questo fatto, ha evidenziato come il PR di Google Images sia "zero" ("forse sono stati bannati per tecniche illecite", il commento ironico di David Nailor), anche se in questo caso la barra bianca è determinata dai paametri dinamici nella URL che viene chiamata dalla homepage di Google, non da un reale valore nullo (togliendoli, il valore è 9/10... fuffa comunque:-)
Come era già stato a Chicago, quando ero seduto accanto ad Adam Lasnik, anche questa volta a 2 sgabelli di distanza avevo un rappresentante di Google, in questo caso Vanessa Fox (con la cintura blu nell'immagine), product manager di Google Webmaster Tools.
Anche stavolta è stato bello guardare la faccia dei rappresentanti di G quando, sul palco, non si parlava sempre in termini positivi dei prodotti di Google (in quest'occasione delle sitemaps), o quando si è ipotizzato lo scenario del search marketing da qui a 10 anni, che in molti in platea hanno auspicato non dominato da un solo player come accade oggi.
Oggi seconda giornata. Si inizia presto, alle 8, con il SEMPO meeting. Poi c'è anche da pensare al regalo di rito per San Valentino, essendoci anche mia moglie con me a Londra:-)

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7.2.07

Le query degli utenti come ricerca di mercato

Viene data grande enfasi, in questi giorni, ad un articolo del Wall Street Journal sui benefici che possono derivare ad un'azienda dall'analisi delle query nei motori (la versione completa è disponibile solo agli utenti registrati).
Analizzando, cioè, le parole chiave che gli utenti digitano nei motori di ricerca, si potrebbero scoprire maggiori dettagli su esigenze, desideri, necessità delle persone, e sviluppare prodotti/servizi ad hoc.
Come, nell'esempio riportato dal WSJ, l'azienda texana produttrice di hardware e software per ingegneri, che ha sviluppato versioni delle proprie piattaforme collegabili via USB ai computer, invece che attraverso altri sistemi, dopo aver visto che molti utenti digitavano anche il termine "USB" accanto alla categoria di prodotti da loro offerta.
In Italia, da questo punto di vista, ci sono già da anni casi di successo legati all'utilizzo delle chiavi di ricerca per far evolvere un prodotto o un servizio, o per sviluppare addirittura un business.
L'esempio che porto in questi casi è quello di holimites.com (anche per mostrare che questo genere di attività non è solo prerogativa delle grandi aziende), che attraverso l'analisi delle query ha fatto evolvere la propria offerta turistica, fino a sviluppare un sistema innovativo per l'epoca. Un'attività di analisi svolta nel lontano 2001.
Ma potrei citare anche, per limitarmi ai progetti a cui ho lavorato, la casa farmaceutica che proprio sulla base delle query ha fatto evolvere un proprio portale di prodotto, o l'azienda alimentare che da anni effettua un monitoraggio delle query per vedere, nei mercati target, qali sono le ricette che vanno per la maggiore e muoversi di conseguenza.
Le aziende hanno a disposizione un patrimonio di informazioni eccezionale attraverso i motori, ed un invito che faccio quasi sempre nei miei interventi ad eventi o seminari è: sfruttatele, queste informazioni, perchè potreste trovare anche grandi sorprese e nuove opportunità.

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5.2.07

Yahoo search marketing sempre più simile ad Adwords

Arriverà il momento in cui le piattaforme ed i pannelli di Google Adwords, Yahoo Search Marketing e Microsoft AdCenter si assomiglieranno a tal punto da essere, di fatto, uguali o quasi.
Questo perchè, nella lotta per la supremazia (Google), per quantomeno mantenere la posizione (Yahoo) o per non spronfodare (Microsoft AdCenter), i tre player cercano di prendere vicendevolmente spunto da ciò che di buono i concorrenti hanno.
Oggi è la volta di Yahoo, che negli Usa dovrebbe lanciare lo "Ad Quality Ranking", sistema di valutazione qualitativa degli annunci che ricorda da vicino il quality score di Google.

Secondo le prime informazioni emerse, il nuovo sistema di ranking dei link sponsorizzati valuterà, oltre al costo/click che l'inserzionista è disposto a pagare, anche

- lo storico della campagna
- l'impostazione della stessa
- le previsioni di Yahoo sulla performance dell'annuncio (frutto, questo valore, di un algoritmo di Google che considera diversi parametri anche di altre campagne dello stesso settore).

Nessun cenno invece a valutazioni sulle landing pages, cosa che invece Google include come parametro del suo Quality Score.

Con il nuovo criterio viene a mancare uno dei vantaggi di una targetizzazione approfondita della campagna, ovvero la precedenza che veniva data agli annunci legati a parole chiave in standard match rispetto ad altri tipi di matching.
Per sfruttare al meglio le nuove possibilità, in casa Yahoo consigliano di avvalersi delle funzioni di Ad Testing offerte dalla nuova piattaforma.
Maggiori informazioni sulle novità di Yahoo SM si possono leggere qui.

Intanto, in giro per il Web, non manca qualche critica a questo genere di valutazioni "qualitative" dei link sponsorizzati, valutazioni che penalizzerebbero quegli annunci impostati per profilare in maniera selettiva i click (annunci che, ovviamente, avrebbero un CTR più basso e che sarebbero, di conseguenza, valutati come scarsamente rilevanti dagli algoritmi).

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2.2.07

Il SEO? Sempre più performante

Mentre Dave Pasternack continua a stuzzicare la comunità degli addetti ai lavori sulla presunta utilità del SEO, eMarketer ha pubblicato quest'oggi i risultati di una ricerca condotta da ad:tech e MarketingSherpa su di un panel di web marketers, con l'obiettivo di capire cos'abbia funzionato (leggi: ROI superiore ad altre attività) e cosa no tra le attività che questi hanno intrapreso nel corso del 2006.
Inutile dire che il search marketing, complessivamente, domina alla grande (il keyword advertising capeggia anche quest'anno la lista), ma è il grande salto fatto dal SEO a colpire: nonostante le esternazioni di Pasternack, infatti, ottimizzare un sito per ottenere visibilità e traffico dai motori è un investimento che ripaga sempre più alla grande, tanto è vero che ben il 45% dei rispondenti lo ha indicato tra le attività più performanti lo scorso anno (con una crescita di 12 punti percentuali sull'analoga survey condotta 12 mesi prima).
Pesante tonfo per i rich media, che solo il 28% degli intervistati ha ritenuto di elencare tra i "top performing" dello scorso anno (l'anno prima erano il 38%).
La classifica dei peggio performanti è capeggiata ancora una volta dall'email marketing basato su liste acquistate/noleggiate, seguito da pop up e pop under.
Il search marketing funziona quindi ancora alla grande, e lo dimostra coi fatti.

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Il ROI dai blog? Forrester offre la formula per misurarlo

Le ragioni che portano un'azienda ad aprire un blog possono essere le più svariate: da quelli più seri e strategici (aprire un canale interattivo con la propria clientela, così da raccogliere feedback, suggerimenti, indicazioni utili all'evoluzione dei prodotti/dell'azienda) a quelli più tattici o addirittura futili (tra questi mi prendo il permesso di inserire anche quanti vogliono creare un blog aziendale semplicemente per migliorare la propria visibilità nei motori di ricerca).
Ma come misurare il ROI da un blog?
Come valutare quale impatto il blog possa avere sul business di un'azienda? Come giustificare gli investimenti (economici, di tempo e di risorse umane) necessari quando si presenta il progetto di un blog aziendale di fronte al proprio CEO?
A dare un aiuto in questo senso ci ha provato Forrester Research con la ricerca "The ROI of blogging", un documento in cui si cerca di identificare su quali punti focalizzare l'attenzione in fase di lancio di un corporate blog, così da avere ben chiari quali sono i rischi e quali i possibili benefici, tanto a livello d'immagine che (soprattutto) economici.
Difficile? Secondo Forrester
While blogging's value can't be measured precisely, marketers will find that calculating the ROI is easier than it looks. Following a three-step process, marketers can create a concrete picture of the key benefits, costs, and risks that blogging presents and understand how they are likely to impact business goals.


Tre fattori da considerare per misurare il ROI dal corporate blogging
Anche per il corporate blogging esistono dei KPI (indicatori di performance) da monitorare, ed uno dei consigli di Forrester su come quantificare l'impatto economico di un blog è quello di confrontare quanto ottenuto attraverso il blog (visitatori unici, ripresa dei post del blog su altri media, partecipazione attiva dei visitatori...) con gli investimenti che sarebbero stati necessari per ottenere la stessa visibilità attraverso altre attività di PR o di marketing/advertising.

the ROI of blogging - key benefits

Tra i consigli finali di Forrester, uno che è fondamentale in qualsiasi attività venga portata avanti attraverso il Web: misurare con precisione ed attenzione tutto quello che gravita attorno al proprio blog: dai dati del blog stesso al buzz che questo genera.

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