20.9.07

A volte ritornano: il SEO automatizzato

Quando ho cominciato ad avvicinarmi al mondo dei motori di ricerca, a metà degli anni '90, tra quanti realizzavano siti web andavano molto alcuni software quali Web Position Gold, SubmitWolf ed un altro molto famoso di cui ora mi sfugge il nome. Software che, partendo da una lista di parole chiave da posizionare, creavano in automatico decine, centinaia, migliaia (e qualcuno anche di più) di doorway pages con redirezione; pagine e siti da promuovere poi attraverso la submission in migliaia di motori di ricerca e directories di tutto il mondo; utilizzando infine le apposite funzioni di ranking checking per verificarne l'esito. Tutto automatizzato, o quasi: occorreva spendere del tempo per impostare comunque il programma, aggiungere qualche informazione....
Pensavo che i tempi del "SEO tutto automatizzato" fossero finiti da tempo (fatti salvi, of course, i settori più "spam oriented"), salvo poi verificare in questo 2007 una inaspettata escalation di soluzioni totalmente automatizzate.
La scorsa primavera una società inglese ha proposto ad un cliente di Sems una soluzione totalmente automatizzata, altamente tecnologica e venduta come "miracolosa", pur senza un solo caso di successo a supporto.
Inutile dire che il cliente, quando ha sentito che questa soluzione costava ovviamente molto meno del team di lavoro che noi gli mettevamo a disposizione, ha tentennato e c'è voluta veramente molta diplomazia per fargli capire che rischiava di buttare al vento tutto quello che stava ottenendo in termini di traffico e vendite. Il crollo delle vendite non avrebbe giustificato il risparmio, soprattutto in questo progetto, dove il SEO è il canale con il ROI più alto.
Stasera invece leggo su Search Engine Journal di una SEM agency statunitense che ha ottenuto addirittura investimenti da venture capitals per sviluppare una piattaforma SEO totalmente automatica, "perchè il SEO è troppo complicato per gli umani".
Funzionerà?
A chi me lo chiede, solitamente ripeto che se esistesse realmente un tool in grado di fare bene il mestiere del SEO, Sems sarebbe composta solo da me, che mi limiterei a lanciare il software un paio di volte al giorno e per il resto del tempo sarei in giro in bicicletta (che vita che sarebbe;-), e da una contabile impegnata ad emettere fatture.
Invece abbiamo un team di oltre una trentina di persone (di cui vado orgoglioso), suddiviso in più sedi in Italia ed all'estero, che mi conferma ogni giorno come l'automazione possa sì essere utile nelle operazioni quotidiane, ma che il SEO è fatto anche di cervelli al lavoro, di idee da sviluppare, di dati da analizzare con cognizione di causa.
Mi viene in mente a proposito la grande delusione di molti clienti quando, per il keyword advertising, si sono accorti che le piattaforme di bid management non potevano sostituire il supporto di un'agenzia. Perchè le piattaforme si muovono sulla base di regole settate da umani, e devono essere specialisti in carne ed ossa a sviluppare le creatività testuali, a lavorare di fine tuning sulle landing pages (le piattaforme di AB testing sono eccezionali, ma sono sempre gli uomini che impostano le variabili da testare), a definire strategia e tattiche.

Etichette:

18.9.07

Il mercato italiano del SEM varrà 518 milioni di US$ nel 2012 secondo Forrester

Forrester ci riprova: a distanza di due anni e mezzo, la nota società statunitense di ricerche di mercato prova nuovamente a dare un valore economico al mercato italiano del search engine marketing; nel report Europe's Search Engine Marketing Investment Exceeds €8 Billion In 2012, pubblicato nei giorni scorsi, Forrester arriva a stimare in 518 milioni di Dollari (meno di 400 milioni di Euro, al cambio attuale) gli investimenti in SEM nel 2012 nel nostro paese.
Precisando che, parlando di SEM, si intende la somma degli investimenti in link sponsorizzati e relative fee di gestione, fee per il SEO, inclusioni a pagamento e via elencando, questa volta Forrester sembra aver corretto il tiro rispetto a due anni or sono, quando sottostimò pesantemente il valore del mercato italiano con un'analisi che definire superficiale era ancora un complimento.
Per dare un'idea della differenza, due anni or sono Forrester stimava in 7,2 milioni di Euro il mercato SEM italiano nel 2005, destinato a crescere a ben 15,2 milioni di Euro nel 2010. Oggi (ok, con il senno di poi), Forrester ha stimato che nel 2005 il mercato SEM italiano valesse 153 milioni di Us$ (circa 115 milioni di Euro al cambio dell'epoca), mentre nel 2010 dovrebbe valere 438 milioni di Us$... una gran bella differenza, quella del 2005, che portò molti player di oltreoceano a fare errate valutazioni sulle mosse da intraprendere sul mercato nostrano.
Certo, per Forrester l'Italia, pur "quarta forza" dello scacchiere europeo come investimenti, nei prossimi anni non riuscirà a colmare il gap che la separa dal podio, occupato da Uk, Germania e Francia. Anzi, il delta è previsto crescere in maniera spropositata nei confronti di Germania e Francia (per gli UK è prevista una crescita al rallentatore, essendo di fatto un mercato ormai maturo).
Se oggi il mercato SEM italiano (sempre secondo Forrester) vale circa 1/3 di quello tedesco e meno della metà di quello francese, in questo outlook a 5 anni il mercato nostrano varrà + o - 1/3 di quello francese ed 1/4 di quello germanico.
Alla base di questo rallentamento, per gli analisti di Forrester, lo scarso amore degli italiani per i pagamenti online e, di conseguenza, la sofferenza dello e-commerce italiano.
Tra le note positive (per chi si occupa di motori) che emergono da questo report, il fatto che il search marketing rimarrà anche nel prossimo lustro lo strumento principe dell'advertising online; questo perchè, sulla base delle dichiarazioni dei responsabili marketing intervistati da Forrester, "they can be where their customers are making their purchase decisions".
L'unico aspetto su cui Forrester vede rosa mentre tra gli addetti ai lavori c'è anche chi riconosce sempre maggiori difficoltà è quello delle fee alle agenzie. Per Forrester, la sempre crescente complessità del mercato del SEM porterà i clienti finali ad investire maggiormente in SEO ed a pagare maggiori fee di gestione per il keyword advertising alle agenzie; cosa che invece non si riscontra sul mercato, dove le agenzie fanno fatica a spuntare le giuste fee di gestione del search advertising, specie quando c'è un competitor (il cui CEO e soci fondatori hanno ora addirittura il privilegio di poter parcheggiare i loro jet in una pista privata della Nasa:-) che offre il servizio gratis anche se con un pizzico di conflitto d'interessi; mentre lato SEO i clienti non concepiscono che una visita da risultati naturali possa comportare un costo simile a quello dei link sponsorizzati.
Tornerò nei prossimi giorni su questi argomenti, visto che si tratta di dati molto interessanti.
Il valore del mercato europeo del search marketing 2007 - 2012 secondo Forrester Research

Etichette: , , ,

14.9.07

Si ricomincia:-)

O, meglio, si ricomincia a postare su questo blog, che nel corso dell'estate ho decisamente trascurato. Mi sono sentito in colpa per questo? Assolutamente no. Come ho già scritto più volte, infatti, non sposo la filosofia del "si deve scriverci a tutti i costi, altrimenti cosa lo tieni a fare?", bensì mi piace scrivere quando ho qualcosa che valga la pena di raccontare o commentare. O quando ho tempo. E questa estate il tempo è mancato ma, una volta tanto, non esclusivamente a causa del lavoro.
E' stata un'estate meravigliosa, segnata dalla nascita di mia figlia, subito qualificata nella newsletter interna del gruppo FullSix come "cucciola SEO specialist" (la mamma spera invece che segua le sue orme e si laurei in ingegneria:-). Ogni attimo libero l'ho quindi dedicato alle mie due donne, e ne è valsa la pena (ok, la bimba mi ha ripagato facendomi dormire poco nelle sue prime settimane di vita, ma ci può stare).
Ma non potevo sperare che la calma di agosto durasse in eterno, ed eccoci quindi di nuovo nel pieno dell'agone, con tantissimo lavoro da portare avanti e tantissime idee da sviluppare, soprattutto sul versante di una completa integrazione del search marketing nel media integrato on/offline (ed è incredibile vedere come due pezzi da novanta della pubblicità italiana come Marco Benatti e Marco Girelli, presidente e CEO di FullSix, guardino con grande interesse l'evoluzione del search marketing e diano grande spazio nelle loro presentazioni ai motori di ricerca). Senza dimenticare quello che stiamo combinando anche oltrefrontiera.
Di fatto è il decimo anno che lavoro nel mondo del search marketing (la mia prima fattura emessa per servizi di positioning risale infatti al 1998, anche se è nel '96 che ho iniziato a lanciare la sfida agli algoritmi dei tanti motori che andavano nascendo o sviluppandosi all'epoca), e la cosa bella è conservo la stessa passione ed entusiasmo di 10 anni fa; anche perchè, è giusto dirlo, la stessa evoluzione frenetica di questo settore rende impossibile annoiarsi e quello di cui si era certi qualche anno fa oggi potrebbe essere del tutto inapplicabile.
Ma quanto durerà ancora il search marketing? Me lo sono effettivamente chiesto quando ho letto la simpatica qualifica che nella newsletter di FullSix hanno dato a mia figlia (vedi sopra). Ma quando toccherà a lei entrare nel mondo del lavoro, come sarà evoluta la figura del search marketer? Esisterà ancora? I motori di ricerca saranno ancora come li conosciamo oggi? Dovremo ancora digitare una query o ci conosceranno talmente bene che, il giorno in cui dovesse scadermi ad es. la polizza auto, mi faranno trovare automaticamente -all'accensione del mio device-, una selezione delle migliori polizze trovate attraverso il web tra quelle rispondenti ai miei requisiti?
Ed è proprio la curiosità di dare una risposta a questa domanda (così come a tante altre) che mi farà andare avanti in questo settore ancora per molto tempo.

Blog Widget by LinkWithin