27.12.06

Fare SEM con il paraocchi

Che gli statunitensi siano molto pieni di sé è risaputo, così come è risaputo che, per gli statunitensi, ciò che c'è oltre i loro confini spesso merita solo un livello sufficiente d'attenzione.
Stasera ne ho avuto ulteriore conferma mentre, alla ricerca di idee sul web, mi sono imbattuto nel sito di un'agenzia SEO a stelle e strisce specializzata in attività di localizzazione e traduzione.
Un'agenzia molto particolare, visto che la loro filosofia è, riassumendola al massimo, la seguente: non occorre tradurre tutto il tuo sito, basta solo tradurre una sola pagina per ogni lingua, con i meta tag e le kw ottimizzate (sigh!); poi si porta l'utente sul tuo sito in inglese perchè (il discorso che mi ha colpito è proprio questo) se questi visitatori non sono in grado di comunicare in inglese, non sono veramente dei prospect, quindi non avrebbe senso tradurre l'intero sito.

Quando si dice globalizzazione...

24.12.06

Buon Natale

Che tu sia un lettore frequente di questo blog, o che tu lo abbia scoperto solo oggi, ti faccio i migliori auguri di Buon Natale.
Che tu possa trascorrere queste feste in serenità.

Marco

21.12.06

Google spiega meglio il quality score delle campagne AdWords

Una volta (primi anni del 2000) era decisamente semplice spiegare ad un prospect o ad un cliente come funzionassero i link sponsorizzati. Bastava dirgli
l'ordine in cui appaiono gli inserzionisti è determinato da quanto questi sono disposti a pagare ogni click per le parole chiave prescelte
.

Poi è arrivato, con il solito effetto dirompente, Google con i suoi Adwords, e le cose hanno cominciato a cambiare, visto che a determinare la posizione occupata non era più solo il costo click ma anche il tasso di click (CTR) dell'annuncio.
Poteva così accadere che un inserzionista, nonostante un costo click inferiore rispetto ad un suo concorrente, potesse stargli davanti proprio grazie ad un CTR più alto (che Google identificava come indicatore di attinenza e validità dell'annuncio).
Negli anni, in quel di Mountain View hanno fatto evolvere questo concetto, fino a trasformarlo nel cosiddetto "quality score", che tiene conto non soltanto del costo/click, del CTR, dello storico della campagna, dell'attinenza delle parole chiave, delle creatività, delle pagine di destinazione...
Insomma, alla fine è diventato abbastanza complicato capire cosa occorra fare per occupare una precisa posizione tra i risultati sponsorizzati, visto che alzare/abbassare il costo click non è sempre sufficiente (ragione per la quale le piattaforme di bid management fanno fatica a gestire al meglio le campagne adwords) e le stesse spiegazioni date da Google sul quality score non erano chiare.
A questa pecca Google ha deciso ora di rimediare, pubblicando nel suo Help Center una serie di informazioni utili.

Tutto più chiaro, ora?
Insomma... :-)
Tra gli addetti ai lavori si discute su quali criteri influenzino più di altri questo valore, ed anche in forum e blog se ne discute sempre parecchio (qui ciò che ha scritto SERoundtable, con link ad altre discussioni).

15.12.06

Consumer generated content sempre più presente su Google

Una recente ricerca di Nielsen BuzzMetrics, presentata al Word of Mouth Marketing Summit & Research Symposium tenutosi a Washington nei giorni scorsi, ha evidenziato come, per ricerche effettuate su google per i 20 più importanti brand internazionali, oltre il 25% dei risultati di ricerca sia di fatto composto dal cosiddetto CGC, il contenuto generato dai consumatori.
Contenuto che può essere positivo, ma anche negativo e lesivo per l'immagine/reputazione del brand o dei prodotti di cui si cercano informazioni (pensiamo ai vari siti "boycott[brand]" che si trovano in Rete).
Un fenomeno di cui ancora molte aziende non sono in grado di comprendere la portata e la possibile influenza che questi siti possono avere nei processi di decisione e di acquisto.
Proprio ieri sera, prima di leggere l'articolo sopra linkato, ho indicato al responsabile di una grande compagnia asiatica (desiderosa di ottenere visibilità nei motori italiani con un sito tutto in inglese) come, attivando su Google il filtro "solo pagine in italiano" (adottato di default da una buona fetta di searcher italiani) e cercando il brand di questa azienda (mercato B2C), il sito istituzionale dell'azienda non comparisse e come la prima pagina di risultati fosse per 7/10 dominata proprio da siti CGC (Wikipedia, opinioni su ciao.com etc etc). Buon per loro che i commenti e le recensioni ripresi da Google fossero tutti decisamente positivi.

11.12.06

Web Analytics Wednesday a Bologna mercoledì 13

Se c'è anche la web analytics tra i tuoi interessi e graviti nel bolognese (o hai l'occasione di poterci andare), ti segnalo il Web Analytics Wednesday in programma questo mercoledì dalle 18.30 a La Scuderia - lounge&more di Bologna.
Ad organizzare è Giovanni Lorenzoni, referente italiano per la Web Analytics Association.
Cos'è il Web Analytics Wednesday?
"is the world's only distributed networking event for web analytics professionals. Open to everyone, practitioners and vendors alike, Web Analytics Wednesday is a free event allowing you to meet folks with similar work interests."

8.12.06

La click fraud? Colpa di Al Qaeda

In attesa di riuscire a trasferire sul mio portatile gli appunti delle 3 successive giornate di SES a Chicago, non potevo non segnalare il tema sicuramente più curioso (o preoccupante?) che è stato dibattuto nel corso della conferenza: Google finanzia (indirettamente ed involontariamente, of course) le reti terroristiche di Al Qaeda ed Hezbollah, facendo pubblicare loro Adsense? Queste reti, per incrementare le revenues (e danneggiare al contempo questo eccezionale strumento di advertising made in USA) generano click fraudolenti?
Di mezzo c'è, ancora una volta, Orkut, il social network di proprietà di Google che già tanti grattacapi ha creato in Brasile. Jim Hedger di webmasterRadio.fm avrebbe trovato su Orkut diversi siti riconducibili a simpatizzanti delle reti terroristiche di Al Qaeda ed Hezbollah pubblicanti Adsense così come, intervistando una persona attiva in Iraq, avrebbe scoperto l'esistenza di blog creati col fine di generare revenues, reali o attraverso l'utilizzo di sofisticati clickbot. Le revenues sarebbero poi girate alle reti terroristiche attraverso donazioni ad enti caritatevoli compiacenti.
Qui un dettagliato articolo di SearchEngineJournal.com.

Non hai un sito web? Puoi fare Adwords ugualmente

Il non avere un sito web è stato, per molti piccoli imprenditori, artigiani o liberi professionisti, una delle ragioni che li ha tenuti lontani dal promuoversi attraverso il keyword advertising.
Negli Usa (ma, presumibilmente, presto anche da noi) Google ha deciso di porre rimedio a questa situazione e, nel suo "Adwords Starter Edition", consente al nuovo inserzionista di poter creare facilmente (attraverso l'inserimento nel form delle informazioni di base sulla propria attività) una pagina di atterraggio con le modalità di contatto. La pagina sarà ospitata sotto un dominio di Google.
Qui il link ad una pagina di esempio.
Una mia considerazione sull'argomento: di sicuro una pagina come quella offerta da Google potrebbe tornare utile (e funzionale) anche a molti inserzionisti che il sito ce l'hanno. Il fatto che il nipote del presidente o il figlio della segretaria dell'azienda siano bravini a disegnare siti web (magari tutti in Flash), non significa che poi quei siti tornino effettivamente utili all'azienda. Molto spesso, anzi...

5.12.06

Amarcord

Al "Lunch With Google Webmaster Central" di ieri al Search Engine Strategies ho fatto un salto nel passato di almeno una quindicina d'anni (più o meno... forse anche di più).
Il pranzo informativo sulle novità della webmaster central di Google mi ha fatto tornare in mente la trasmissione "Non è la Rai", dove Ambra & co ballavano, cantavano e giocavano (o, almeno, cercavano di farlo) per far felici un'orda di adolescenti dall'altra parte dello schermo. Ricordo che, quando facevo il ciclista, la preparazione pre gara (si correva quasi sempre il pomeriggio) del mio compagno di stanza era proprio quella di mettersi a guardare quella trasmissione. E non era il solo, visto che poi alla linea di partenza i commenti e le battute si sprecavano...
Mi è tornata in mente questa trasmissione guardando le tre relatrici di Google sul palco, che per un'ora non hanno fatto che commentare con ridolini e battutine le slide (se due delle tre non avessero avuto la voce stridula, forse sarebbe ancora passata... ma, soprattutto, è possibile che solo una di queste sapesse usare il portatile, e le altre dovevano sempre farla alzare dal suo posto ed andare sul podio a cambiare slide ed applicazioni?), andando su e giù per il palco saltellando. Il tutto mentre Danny Sullivan se ne stava in un angolo a mangiare il suo panino.
Opinione diffusa in sala: la presentazione non ha purtroppo apportato il valore che si sperava. Sigh.
Una volta questi incarichi venivano affidati a persone toste (una su tutte: Marissa Mayer). Matt, perchè ora ci trattate così?

Movimenti di mercato SEM

Due le novità di mercato che hanno animato questi ultimi giorni: in Europa c'è stata la fusione tra la tedesca Global Media e la britannica BigMouthMedia (è diventata oggetto di culto la borsa del SES London sponsorizzata da quest'azienda, con una dentiera -il loro logo- impressa su uno dei due lati); parlandone a pranzo con Sara Holoubek, free agent statunitense con una notevole expertise in materia (è lei che ha che portato ad iCrossing, in passato, investimenti di venture capitals per 13 mio di Dollari), mi ha espresso qualche perplessità sul valore economico di questa fusione. Ed a proposito di iCrossing, è proprio dell'agenzia SEM fondata e guidata da Jeffrey Herzog la mossa di mercato che ha fatto parlare di più ieri al SES di Chicago, visto che ha acquisito NewGate, agenzia SEM di San Francisco specializzata in clienti retail. NewGate opererà ora con il brand iCrossing, rafforzandone la presenza nella Bay Area. Icrossing che, si dice (o, meglio, lo ha dichiarato a Forrester Research), si appresta a sbarcare in Europa, forte di un nuovo round di investimenti da parte di fondi di ventura.

SES Chicago 2006

Il solito vento gelido ha aperto anche quest'anno l'appuntamento di Chicago con il Search Engine Strategies. Dopo aver saltato l'evento di Parigi della scorsa settimana, che in molti confermano essere stato un flop (volevamo approfittare dell'evento per presentare Sems France, ma è stato meglio così), devo dire di aver avuto qualche perplessità anche su questo appuntamento statunitense: l'ampio spazio dato a sessioni sponsorizzate da aziende del settore, così come l'espansione del programma anche ad argomenti non direttamente riconducibili al search marketing ("we know that search marketers are also interested in ads beyond search", dicono gli organizzatori; ma se devo pagare un biglietto abbastanza salato perchè mi interessa il tema search, non vedo perchè divagare, quando ci sono eventi come lo ad-tech più adatti...) davano da pensare alla sempre più evidente virata "commerciale" che Incisive Media sta dando a questo evento; personalmente avrei preferito fosse ripescata la formula di qualche anno fa, in cui le sessioni più importanti venivano ripetute 2 volte nel corso dell'evento, venendo così incontro a quanti sono da soli a seguire l'SES e non possono sdoppiarsi quando vi sono due sessioni interessanti in contemporanea. Comunque ci vengono incontro alcuni blog, come il mitico SEroundtable, che seguono dal vivo le sessioni principali.
Queste erano le premesse. I contenuti invece sono valsi già nella prima giornata il prezzo del biglietto. In particolare ho trovato interessante l'intervento di Kelly Graziadei, Director of Channel Strategy and Development in Yahoo Search Marketing che, nella sessione "putting search into the marketing mix" ha portato alcune analisi e dati sul sensibile impatto (in positivo) di attività coordinate di search marketing e display advertising, con sensibili incrementi delle vendite (nell'esempio specifico) sia on- che offline rispetto a periodi in cui era attivo uno solo dei due canali. Peccato che in quella sessione non ci fosse Mark-Hans Richer, direttore marketing di Pontiac, casa automobilistica il cui spot che si concludeva con "cerca Pontiac su Google" ha attirato l'attenzione. Sarebbe stato interessante chiedere la sua opinione sul fatto che Google ha consentito di acquistare il brand anche a case automobilistiche concorrenti, che così facevano comparire il loro link sponsorizzato a chi andava su Google per saperne di più.
C'è stato poi anche il momento di sollievo, della serie (sigh!) "mal comune, mezzo gaudio", quando sono andato a sentire le sessioni del vertical track dedicato alle agenzie SEM: i problemi che si riscontrano nei progetti SEO sono veramente comuni in tutto il mondo, anche negli Usa: dal cliente che vuole risultati dai motori ma ha il sito tutto su server https (capitato anche a noi in Sems) ai sempre deleteri conflitti tra i dipartimenti marketing ed IT delle aziende, con i primi che vorrebbero un sito SE friendly per fare più accessi e più business, ed i secondi che si oppongono perchè non hanno tempo/risorse/competenze/voglia per stare dietro alle implementazioni indicate dall'agenzia SEO. La "to do" lista suggerita da Rob Murray, presidente di iProspect, per queste situazioni purtroppo spesso funziona solo sulla carta...
Difficilmente applicabile da noi in Italia il suggerimento di Jessie Stricchiola e Todd Friesen che, facendo leva sul sentimento comune che il SEO è sempre sottopagato rispetto al valore che apporta, suggerisce di triplicare i prezzi/ora applicati per farne percepire il valore. Già oggi , con i livelli d'investimento attuali, si fa una fatica incredibile a vincere una gara quando si vuole evitare di ricorrere al ribasso dei prezzi... Occorrerebbe fare "cartello" (spero l'antitrust non legga:-), cosa però impensabile.
Oggi seconda giornata di sessioni e prima giornata di area espositiva.

Blog Widget by LinkWithin