23.7.05

Il 34% degli statunitensi online porta il laptop in vacanza

E' quanto emerge da una ricerca di questo mese che Intel ha commissionato ad Harris Interactive: il 34% degli statunitensi che utilizzano computer (e che sono connessi al web, visto che la survey, a quanto mi risulta, e' stata condotta online) ha portato con se' un computer portatile in vacanza, mentre complessivamente il 51% dei rispondenti ha affermato che portera' il laptop in una delle future vacanze.
Una scelta che non e' legata solo a questioni di lavoro (solo 1/4 dei rispondenti ha risposto che utilizzera' il portatile per portarsi avanti con il lavoro), ma anche all'organizzazione delle vacanze ed all'intrattenimento personale (utilizzo del laptop per vedere DVD, per giocare o per ascoltare musica).
Questa notizia prospetta grandi opportunita' anche per il search engine marketing e, per quelle nazioni dove questo e' gia' un discorso avanzato (gli USA), per il local search: come riportato anche da un'altra recente survey, i motori di ricerca sono infatti la prima fonte di informazioni per quanti si muovono online per organizzare le vacanze.
So che la mia esperienza e' di parte in quanto addetto ai lavori, ma per la cronaca questo intervento e' stato scritto dal Messico attraverso il mio inseparabile computer portatile connesso in rete wireless (prima o poi scrivero' anche un post con le mie esperienze wifi negli aeroporti di mezzo mondo). Cosa ci faccio online in Messico, lettura delle email di lavoro a parte? Organizzo le rimanenti vacanze oltreoceano cercando di capire quanti/quali danni abbia creato il recente passaggio dell'uragano Emily e se siano previsti nuovi uragani nelle prossime settimane. Google News, da questo punto di vista, e' una valida fonte di informazioni.    

20.7.05

Next stop: San Jose', CA

E' un periodo in cui, per lavoro, sto volando quasi piu' di mia sorella (che, di mestiere, fa la hostess per una compagnia aerea italiana). Ed il fatto che io sia sempre in giro giustifica anche lo scarso aggiornamento di questo blog (sigh:-(
Faccio quindi i salti di gioia a meta' al pensare che e' vero che stasera iniziano le mie tanto agognate ferie, ma iniziano con un volo intercontinentale con destinazione una citta', Monterrey (Mex), che stasera e' proprio nell'occhio del ciclone Emily (vedere foto).


Qualche giorno di ferie e poi di nuovo al lavoro, per partecipare con Daniela, una SEO specialist di Sems, al Search Engine Strategies di San Jose'.
Le novita' saranno parecchie, e non potrebbe essere altrimenti: il settore si conferma in gran fermento e sempre piu' aziende vogliono "fare sul serio" quando si tratta di search engine marketing.
Sara' un autunno di fuoco, con tantissimo lavoro... ma era quello che in realta' sognavo quando, tra la fine degli anni '90 ed i primi del 2000, il search engine marketing era la cenerentola tra le strategie di marketing e di advertising online.
Mi godo quindi il momento:-)

15.7.05

AdWords cambia

Ovviamente cambiamenti di questo rilievo devono avvenire sempre alla vigilia delle agognate vacanze, giusto per lasciare col dubbio gli inserzionisti "oh mamma, cosa succedera' alla mia campagna mentre sono al mare/montagna?":-)
Google si appresta a dare una svolta al proprio sistema AdWords, svolta che dovrebbe sia semplificare la gestione di una campagna, sia premiare i link sponsorizzati di maggiore qualita' (grande importanza alla selezione delle kw ed al corretto abbinamento col copy, quindi).
Sicuramente la notizia che fara' piu' colpo e' quella della scomparsa del "minimum bid generico" (5 cents di euro, da noi), in favore di un costo click minimo che sara' determinato dal cosiddetto "quality score" (punteggio che viene assegnato in base ad una lunga serie di fattori: ctr, qualita' del copy, storico delle performances della campagna e del singolo link...).
Campagne ben pianificate saranno quindi premiate con un costo click piu' conveniente (forse: finche' non vedo, non credo:-), mentre campagne pianificate in maniera superficiale dovranno pagare molto di piu' per poter rimanere a galla.
Non si sa ancora quale sara' la data esatta di rilascio del nuovo sistema; ci vorra' probabilmente ancora qualche settimana.
Di sicuro sara' uno degli argomenti di discussione del prossimo Search Engine Strategies a San Jose'. Vedremo.

Se vuoi approfondire l'argomento, c'e' un interessante articolo di Search Engine Watch, cosi' come se ne parla nel SEW forum e su WebMaster World.

9.7.05

Come organizzano le proprie vacanze gli "internauti"?

eMarketer ha ripreso nei giorni scorsi una ricerca pubblicata da GMI su come coloro che hanno accesso ed utilizzano Internet organizzano le proprie vacanze (l'articolo e' accessibile anche ai non clienti di eMarketer fino al 19 luglio).
Interessante vedere come il web (ed in particolare la ricerca nel web attraverso i motori) stia gradualmente soppiantando, nelle principali nazioni, quello che prima era il principale metodo: il passaparola di amici, parenti, conoscenti su dove andare in vacanza, quali alberghi scegliere, cosa visitare.



Ripensando un po' anche a quelle che sono le mie abitudini personali, e' vero che ormai tutti i viaggi di lavoro li organizzo via web, ma due delle piu' belle vacanze che abbia trascorso le devo ai suggerimenti di amici: a Bali grazie ad Igor, con cui ho condiviso per anni i campi di gara del mountain bike; in Messico grazie a colei che poi e' diventata mia moglie, Lina.
Credo che, alla fine, in molti casi il primo input su dove andare arrivi sempre da un "sentito dire, sentito raccontare", salvo poi utilizzare il web per organizzare nei dettagli la vacanza, trovare il volo e la sistemazione ideali (per caratteristiche e/o prezzo).
D'altronde, non e' un caso che i principali player di questo settore (lastminute.com, expedia, eDreams...) stiano crescendo costantemente, con margini di crescita ancora enormi.
Nello stesso sondaggio, GMI riporta come complessivamente l'80% degli italiani che hanno usato il web per organizzare le proprie vacanze sia rimasto molto soddisfatto (il 13%) o comunque soddisfatto (67%) del servizio online utilizzato per organizzare e prenotare il viaggio.

5.7.05

Presentata a Milano la versione 7 di WebTrends

Non sono riuscito a seguire la presentazione a causa di altri impegni di lavoro, ma lo sbarco diretto di Webtrends in Italia per presentare la versione 7 della sua piattaforma di analisi quanti/qualitativa del traffico di un sito web e' comunque l'occasione per fare il punto anche in Italia sulla diffusione dei cosiddetti web analytics.
In questi ultimi 12 mesi mi e' capitato in piu' occasioni di riscontrare come le aziende, dalle pmi che cominciano a guardare seriamente al web alle multinazionali, stiano finalmente scoprendo le grandi possibilita' offerte dallo studio di cosa gli utenti facciano sul sito (non che prima non ce ne fossero, ma comunque poche), e si interroghino su quali possano essere gli strumenti piu' adatti per tracciare i movimenti e le azioni dei visitatori, in maniera da poterli differenziare (prospect, semplici curiosi, competitors...) e valutare di conseguenza.
Agire e fare in modo, quindi, che il sito consenta di raggiungere gli obiettivi per il quale e' stato messo online, e non sia una semplice brochure.

I tool a disposizione dei web marketers sono sempre piu' sofisticati (e, in alcuni casi, costosi).
Diverse aziende con cui lavoriamo hanno iniziato a dotarsi della versione 12 di Omniture (veramente molto bella, anche se richiede un'implementazione laboriosa e, se i dati da monitorare sono molti, una persona dedicata all'analisi), altre stanno attendendo proprio Webtrends 7; molte aziende di piccole dimensioni o di modeste pretese scoprono invece Urchin, ClickTracks, Indextools ed altre, dai costi spesso limitati a poche decine/centinaia di euro al mese, ma in grado di fornire informazioni spesso fondamentali, soprattutto se utilizzate per monitorare campagne di online advertising (ad es. il pay per click sui motori).

La vera sfida che attende queste aziende? Il saperne interpretare ed utilizzare i dati ottenuti:-)
Molti si illudono, infatti, che questi software (nel caso di analisi dei log files) o queste piattaforme generino "la pappa pronta", dati filtrati ed analizzati pronti all'uso senza necessita' di interpretazioni. Altri sottovalutano il tempo necessario per una corretta (e costante) interpretazione di questi dati. Altri ancora, infine, ritengono di poter affidare la gestione di questi tool e l'analisi dei risultati a stagisti senza alcuna esperienza pratica (magari da cosi' poco in azienda da non conoscerne neanche il business).
Non di rado nel recente passato, dopo qualche mese di iniziale entusiasmo, questi software sono stati gradualmente relegati nel dimenticatorio dalle aziende: "si, in effetti avevamo un log file analyzer, ma alla fine non sono mai riuscito a settarlo, ci capivo nulla dei dati del sito ed ho preferito lasciar perdere" (frase reale, sentita in piu' di un'occasione).
Comunque la voglia di imparare non manca, come ho avuto modo di verificare anche da un piccolo particolare: sto vendendo quasi piu' copie del mio libro (che ho scritto nel 2002) ora che nell'anno della sua pubblicazione. Non certo per il capitolo sul keyword advertising, cambiato tantissimo in questi anni, bensi' proprio per il capitolo sull'analisi dei file di log, come ho avuto modo di appurare chiedendo un feedback ad alcuni acquirenti che mi hanno poi scritto.

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