12.6.09

Il SEO lo strumento più efficace per generare conversioni online... e fare branding

Premetto che sono abbonato alla rivista Forbes ma, grazie alla celerità delle Poste qui a Milano, se la ricerca di cui mi appresto a scrivere dovesse essere stata pubblicata nel numero di giugno, probabilmente potrei leggerla appena a Settembre... per fortuna quindi che c'è Internet:-)
Fatta questa frecciatina al (dis)servizio, almeno dove vivo, che mi offre questo "servizio pubblico" (sorry, non ho resistito, ma siamo veramente alla farsa), quello di cui mi appresto a scrivere è l'esito della ricerca "2009 ad effectiveness survey" realizzata principalmente negli USA da Forbes e riportata da eMarketer.
Confesso di sentirmi quasi in imbarazzo quando devo commentare l'ennesima ricerca che indica la search engine optimization e il keyword advertising come gli strumenti di advertising più efficaci, ma così è;-)
D'altronde non potrebbe essere altrimenti, visto che una ricerca in un motore esprime spesso la necessità di trovare una soluzione (prodotto, servizio, informazione...) a una precisa esigenza/necessità.

Alla domanda "quale è l'attività di marketing online più efficace per generare conversioni online", un panel di senior marketing executives principalmente statunitensi ha indicato nell'ordine
1) SEO (48%)
2) E-mail e newsletter (46%)
3) Search advertising (32%)

Se però guardiamo le risposte di quanti hanno indicato di avere un budget superiore a 1 milione di Us Dollars (più o meno il 45% dei rispondenti), ecco che il search marketing monopolizza la scena:
1) SEO (53%)
2) Search advertising (43%)
3) E-mail e newsletter (39%)

Metodi di online advertising più efficaci per generare conversioni; fonte: Forbes, 2009

Decisamente più sorprendente è stato invece vedere come, passando dalla performance al branding, di fronte alla domanda "quali sono gli strumenti di marketing online più efficaci per mantenere o migliorare la brand perception", il SEO si sia piazzato ottimo secondo, dietro unicamente alla sponsorizzazione di siti o singole pagine, indipendentemente dalla dimensione del budget a disposizione.

Ed è proprio sulla base di queste due indicazioni che, quando è stato chiesto loro (tra febbraio e marzo di quest'anno) come sarebbe stata variata l'allocazione del budget marketing nei 6 mesi successivi, il SEO è stata la seconda voce con il maggior incremento di budget, dietro solo al viral marketing (40% SEO contro il 42% viral).

La ricerca non è stata fatta solo su pure player online, abituati a investire sul web la maggior parte del budget. Stando a una nota di Forbes, il 57% dei rispondenti investe online meno del 25% del budget marketing complessivo. Che è, comunque, un dato che in Italia vediamo ancora come una chimera.

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5.6.09

La rivincita del SEO sul PPC (negli USA, secondo Forrester)

Che in un periodo particolare come questo, guardare all'efficacia e all'efficienza degli strumenti di promozione utilizzati sia di vitale importanza non sono certo io il primo a dirlo. Ed a beneficiarne è stato soprattutto la SEO.
Anche da noi in Italia, in quest'ultimo anno in particolare, è cresciuta sensibilmente la richiesta di strategie che includano anche la search engine optimization, prima spesso ignorata.
Una crescita tanto consistente che, di recente, negli USA il SEO avrebbe superato addirittura il keyword advertising come numero di aziende che vi investono.
E' quanto emerge dal recente report di Forrester "Interactive Marketing Channels to watch in 2009", basato sulle interviste (svolte a Marzo 2009) ad un campione di 204 responsabili marketing di aziende USA con più di 200 dipendenti.
Nell'edizione di quest'anno, per la prima volta il SEO sorpassa il keyword advertising non soltanto come numero di aziende che lo hanno adottato (81% SEO contro 80% kw adv), ma anche come ipotesi di utilizzo da parte delle aziende che non si sono ancora mosse: il 12% degli intervistati ha in programma di investire in search engine optimization nei prossimi 12 mesi, contro il 6% del search advertising.
Solo l'email marketing (soprattutto in ottica di customer retention) supera, come utilizzo attuale (93% degli intervistati), il search marketing.
Secondo Shar VanBoskirk, l'analista di Forrester che ha curato questa ricerca, "i responsabili marketing in questo periodo preferiscono andare sul sicuro puntando su email e search, aspettando il rilancio dell'economia per muoversi con nuovi strumenti come video online e mobile marketing. Per quanto riguarda il sorpasso del SEO sul keyword advertising, probabilmente è dovuto alla sua cost-effectiveness."



Ulteriori dettagli a questo scenario arrivano da un altro report che Forrester ha presentato sempre in questi giorni, lo State of retailing online 2009: marketing realizzato per conto di shop.org, la più rilevante community internazionale per chi si occupa di digital retail, con l'obiettivo di fornire dei benchmark a chi opera nel B2C.
Il search advertising, stando agli operatori del settore intervistati, continua ad essere lo strumento preferito per l'acquisizione di nuovi clienti, anche se (cito Forrester)

(Search advertising) loses ground to natural search. Because of the technical complexities involved with natural search optimization (which often means a redesign of key site pages), far fewer retailers say that they engage in natural search optimization, compared with paid search. However, search engine optimization (SEO) has generally been regarded as an extremely successful and cost-effective (if a somewhat labor-intensive) tactic. Consequently, as key pages or items from a site are indexed, the need to rely on paid search naturally becomes less pronounced. Retailers are beginning to recognize this benefit, and a somewhat greater percentage of retailers in our survey said that they are planning to focus on natural search optimization (78%) in 2009, compared with paid search (70%).


Le tattiche di acquisizione più efficaci secondo gli e-tailer statunitensi
Tornando alla prima ricerca citata, in netto calo, ma questa non è una novità, il disply advertising.
Da segnalare invece come le società più piccole tra quelle rappresentate in questo panel siano le più attive sul fronte dei social media: il 90% delle aziende USA intervistate con meno di 1.000 dipendenti creerà, entro la fine dell'anno, applicazioni social.

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Ora anche in italiano il documento IAB sulle metriche per i social media

Ai primi di maggio avevo segnalato il documento che lo IAB aveva rilasciato con la definizione delle metriche per i social media.
Ora questo documento è disponibile anche in lingua italiana grazie a IAB Italia, e può essere scaricato gratuitamente qui.

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2.6.09

Bing: una mia prima prova

Quando stamattina ho letto, nella casella di posta, un'email che mi avvisava del lancio della beta di Bing (www.bing.com), il nuovo motore di ricerca di casa Microsoft, non ho potuto non dedicarmici almeno un'ora con una serie di ricerche su un campione di miei attuali interessi sia personali che di lavoro (netbook, l'asilo per la bimba, una vettura familiare, organizzazione delle vacanze, informazioni su persone e via elencando).
Le aspettative erano discretamente alte nei confronti di un motore che Microsoft ha introdotto come il "decision engine", caratterizzato da (cito Forrester) a new user-centric way of finding and displaying relevant search results.
Aspettative andate, in questo primo test, abbastanza deluse (almeno nella versione italiana). Ma diamo tempo al tempo.

La prima ricerca, dedicata al mio nome e cognome, è stata quella che mi è piaciuta di più, visto che nella pagina di risultati elenca esattamente nell'ordine quello che io vorrei comparisse: il mio blog, il mio sito personale, il sito dell'azienda che ho fondato, il sito del mio libro e, solo successivamente, articoli, profili su social network, interviste, citazioni etc etc. (fonti che, invece, su Google trovano maggiore risalto).
Non male, anche se ovviamente non è su questa query che va valutato un motore:-)
Niente miracoli invece facendo ricerche sul nome+cognome di mia moglie che, al contrario del sottoscritto, non "produce" molti contenuti indicizzabili: i risultati proposti sono gli stessi di Google, nessun approfondimento particolare nel cosiddetto "deep web".

E veniamo alle ricerche di tipo "commerciale", quelle che dovrebbero diventare il punto di forza di questo motore. Qui non mi sembra ci siano stati grandi miglioramenti, nella qualità dei risultati, rispetto al precedente live.com (che, ammetto, in questi anni non ho usato tantissimo, per la qualità deludente delle risposte).
E, soprattutto, nella beta in lingua italiana non vedo queste grandi novità che dovrebbero spingermi a lasciare il mio motore preferito per questo nuovo motore, se non come fonte alternativa (l'ho infatti aggiunto tra i motori di ricerca disponibili nella barra sia di Firefox che di Explorer).
Per ricerche con termini in inglese (es. test drive +nome vettura), laddove Google privilegia i risultati in italiano anche senza filtri particolari, Bing invece ricorre quasi subito a contenuti nella lingua anglosassone, cosa che a molti può non piacere (ma si può ovviare facilmente con l'opzione "solo in italiano").
Se devo trovare un fattore comune alle ricerche svolte su Bing in questo ambito, è la difficoltà che hanno i siti dei produttori/aziende a trovare spazio, che si tratti di prodotti o servizi.
C'è poi una cosa che mi ha sorpreso: visto che Google ha fatto di Universal Search uno dei punti di forza, mi sarei aspettato da Bing una maggiore varietà nella tipologia dei risultati offerti (non solo link testuali, ma anche foto, news, mappe...). Poco di tutto questo su Bing: un bene in alcuni casi, un male in altri... vedremo col tempo.
Nelle tante comparazioni fatte, c'è stato un unico caso in cui Bing mi ha dato subito l'informazione che cercavo, mentre Google si è perso per il web fornendomi risultati inutili: è stato quando, dopo aver letto l'articolo dell'ultimo numero di Wired Italia su Ted Ciamillo, ho voluto trovare (da fanatico di ciclismo quale sono) quali fossero i componenti superleggeri per bicicletta che produce, di cui si è fatto cenno nell'articolo.
Non mi ha invece convinto la ricerca per notizie che, in alcuni casi di ricerche su temi di attualità, mi ha portato come nuove notizie pubblicate lo scorso anno.

In conclusione, un motore di ricerca ancora tutto da valutare (non potrebbe essere altrimenti, visto che è in beta:-), lontano dall'essere un sostituto di Google ma che vale la pena quantomeno di provare. A Seattle, in questa fase, dovranno giocoforza accontentarsi di puntare all'obiettivo che si era prefissato Ask: non tanto sostituire Google, quanto essere la seconda scelta qualora il motore di Mountain View non fornisca risultati attinenti.
Un obiettivo, questo, reso difficoltoso per Bing anche da un altro aspetto: i link sponsorizzati.
La varietà e attinenza dei link sponsorizzati, in Italia ancora affidati a Yahoo Search Marketing, è limitata; cosa, questa, che riduce le opportunità di scelta per gli utenti.

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