24.9.08

Google G1 e le implicazioni per il mobile search

Ed è arrivato il giorno in cui anche Google (attraverso T-mobile) ha presentato il suo cellulare, G1 (link a cui rimando per qualche dettaglio in più).
Le implicazioni per il search marketing e, in particolare, per il mobile search saranno notevoli.
Inutile nascondere infatti che la quasi totalità delle entrate e degli utili del motore (ho ancora l'abitudine a considerarlo un motore, mentre oggi non saprei nemmeno come categorizzarlo correttamente) di Mountain View arrivi dalle soluzioni di search (e, in minor parte, di content) advertising.
Quindi il nuovo cellulare spingerà molto gli utenti a cercare nel web in real time, consentendo loro di accedere al box di ricerca in tempi più rapidi di quanto non si faccia oggi su altri smartphone o cellulari.
Non è un caso, d'altronde, che buona parte delle immagini che girano di G1 abbiano il monitor dello smartphone puntato sulla pagina di ricerca.
Si amplierà quindi la customer base di G in tutto il mondo (in Italia dovrebbe arrivare nel primo trimestre 2009, ma già prevedo molti italiani a caccia di G1 negli USA in occasione del prossimo shopping natalizio, trovando il modo di eludere il contratto biennale con t-mobile) e si amplieranno anche le opportunità per gli inserzionisti.
Questo, ovviamente, sulla carta. Le prime valutazioni sull'impatto di G1, qui da noi, potremo farle solo tra un anno.

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16.9.08

Cellulari e Web: ricerche e social network al top

Per ora le funzioni più utilizzate sono la ricerca di informazioni e la partecipazione ai piccoli mondi, come i social network

E' quanto dichiarato da Riccardo Jelmini, responsabile TIM per i servizi a valore aggiunto, nell'articolo "Bolletta pesante per l'iPhone" pubblicato sul numero 37 del settimanale Panorama (che può anche essere letto qui).
La dichiarazione non mi sorprende: che la ricerca fosse la funzione più utilizzata da chi si connette via cellulare era emerso per la prima volta già nella survey SEMS/Nextplora del 2006, e poi confermato via via da altre statistiche e dall'evidenza dei fatti (per quanto la maggior parte delle piattaforme di web analytics non abbia ancora dei report specifici per quanto riguarda le ricerche da dispositivi mobili); mentre per quanto riguarda i social media, chi ad esempio ha su Facebook una nutrita lista di amici avrà sicuramente avuto modo di vedere il successo di adozione che sta avendo l'applicazione Facebook for iPhone (non conosco invece quanti utilizzino Facebook for BlackBerry).
Ma ciò che più mi ha sorpreso nell'articolo sopra citato è invece il dato riportato dal giornalista, secondo cui (purtroppo senza citare la fonte, ma suppongo sia Nielsen Mobile)
L'Italia è il secondo mercato europeo per l'accesso ad internet da cellulare
.
Mi sorprende perchè faccio fatica a trovare riscontro nella realtà (e vivo a Milano, non più in mezzo alle montagne altoatesine), dove l'utilizzo principale che vedo fare del telefonino è quello di inviare sms e fare foto (oltre a telefonare, of course), e perchè i piani tariffari del Belpaese sono decisamente penalizzanti rispetto ad altre nazioni europee, come riportato nello stesso articolo (il titolo dell'articolo è esplicativo).
E' comunque vero che molto sta cambiando, ed al mobile web si stanno avvicinando anche quanti fanno un utilizzo sporadico di Internet via PC (o non si collegano proprio).
Domenica sera ero a cena con mia sorella, che vedo di rado. Fa un lavoro decisamente "offline" (assistente di volo, quindi poco cellulare e niente internet per la maggior parte del tempo) ed è molto spesso lontana da casa. Guardando il mio Nokia E71, ha cominciato a farmi domande sugli smartphone, e sullo iPhone in particolare, per navigare nel Web. E non per moda. "Turni di lavoro, comunicazioni, aggiornamenti... passa tutto per il Web e per e-mail; al momento mi tocca in ogni località cercarmi un internet point per potermi collegare. Con questi smartphone potrei gestire tutto questo?" Alla mia risposta affermativa ha poi ha iniziato a chiedermi consigli anche sulle tariffe "voce + web" viste in giro. Queste ultime, una vera giungla.

Ps: nello stesso numero di Panorama c'è anche un interessante articolo di Carlo Rossella su uno degli avversari dello iPhone: "Dio benedica quell'amico chiamato B.B."

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14.9.08

Gli italiani ed i motori di ricerca: come li usano? Survey 2008 SEMS

Sembra ieri eppure sono passati oltre 5 anni da quando, in Sems, decidemmo di commissionare per la prima volta un'indagine su quale fosse il rapporto degli italiani con i motori di ricerca.
All'epoca, nel mondo del search marketing, si faceva sempre riferimento a dati provenienti da oltreoceano: gli statunitensi nei motori non vanno oltre la terza pagina di risultati; il 77,5% degli statunitensi usa i motori di ricerca per trovare nuovi siti; gli statunitensi faticano a distinguere i risultati naturali dai link sponsorizzati...
Si, OK... ma gli italiani?

Oggi sul mio blog ho il piacere di presentare alcuni dei risultati emersi dall'edizione 2008 della survey "Gli italiani ed i motori di ricerca", la cui tradizionale white paper sarà oggi distribuita via email a quanti, in questi anni, hanno compilato il form sul sito di Sems e che potrà essere come sempre richiesta gratuitamente a partire da lunedì.
Per la realizzazione dell'indagine ci siamo affidati ad OTO Research (che, come Sems, è parte del Gruppo FullSIX), ed i numeri si basano su 1.500 interviste via Web validate e rappresentative dell'utenza italiana online.

Come già scrissi lo scorso anno, ogni volta che mi appresto a leggere i dati di una nuova edizione di questa survey la domanda sorge spontanea: "sarà un trend ancora in crescita? O gli italiani si stanno disinnamorando dei search engines?".
A giudicare dalle risposte, direi che posso dormire sonni tranquilli ancora per parecchi anni, visto che anche i dati 2008 evidenziano che sono sempre di più gli italiani che usano i motori ma, soprattutto, sono sempre più gli italiani che li usano sempre più spesso, più volte al giorno.
Cosa cercano? Letteralmente di tutto: i motori sono visti come strumento eccezionale per trovare in breve tempo informazioni rilevanti ed aggiornate; per alcuni sono assurti addirittura al ruolo di novelli oracoli dei tempi moderni, a cui chiedere consigli e previsioni anche per quanto riguarda la sfera personale.
Tanto che, stando alla stampa britannica, negli UK iniziano a preoccuparsi per gli effetti di questa dipendenza da Web e search engines.

Tornando all'indagine Sems, il dato più scontato è il 95% di italiani che indicano i motori di ricerca come lo strumento più efficace per trovare ciò che interessa nel Web.
Il dato percentuale è sempre stato elevatissimo, ma è solo da un paio di anni che trova poi effettivo riscontro nei dati di uso quotidiano dei motori: l'88% degli italiani che hanno accesso al web li usa una (20%) o più volte al giorno (68%). In media gli italiani utilizzano i motori 11,4 volte a settimana.
I search engines sono visti poi come un efficace alleato prima di un acquisto, per trovare non solo informazioni e dettagli, ma anche recensioni e commenti sui quali basarsi.
L'introduzione, da parte di Google -sulla scia di altri motori-, di Universal Search (nella pagina di risultati non sono più proposti solo link a siti, ma anche immagini, video, mappe, news, blog... con aggiornamenti in tempi strettissimi) ha agevolato notevolmente il lavoro a chi vuole saperne di più su di un prodotto prima dell'acquisto.
Se ad esempio sono orientato ad acquistare un preciso modello di telefono cellulare visto in una vetrina, cercandolo su Google sarà facile trovare non solo la scheda del produttore, ma anche le recensioni su blog verticali (dove, spesso, ad avere risalto sono soprattutto i commenti negativi), le immagini (magari esiste in più colori), i siti di comparazione dove puoi trovarne il prezzo, i siti di e-commerce attraverso i quali puoi acquistare online, in alcuni casi anche video dove questi oggetti vengono "vivisezionati" e sottoposti a prove di funzionamento... insomma, si rischia addirittura di arrivare all'eccesso opposto, quello dell'information overload.

Con l'avvento di Universal Search su Google gli italiani hanno iniziato a prendere confidenza con i contenuti multimediali e generati dagli utenti anche tra i risultati di una ricerca


Ma il rischio information overload non sembra essere un problema al momento. Anzi, l'abitudine a consultare i motori per ogni cosa crescerà con l'adozione del mobile web (tariffe di navigazione via cellulare e smartphone permettendo: un neofita che si trova in bolletta 2 Euro per ogni MB scaricato facilmente non tornerà più online).

Motori di ricerca influenti negli acquisti, scrivevo. L’83% degli intervistati ricorre in maniera sistematica ai motori di ricerca per trovare informazioni su prodotti o servizi che sta valutando di acquistare, indipendentemente dal valore e da dove avverrà l’acquisto (online oppure via canali tradizionali).
Tra questi, ben 9 su 10 (91%) una o più volte sono stati influenzati in maniera decisiva su cosa acquistare proprio dalle informazioni trovate attraverso i motori. Prodotti elettronici (58%), telefonia ed accessori (58%), viaggi (52%) e libri (51%) i prodotti che più frequentemente vengono acquistati dopo una ricerca nei motori.

I motori sono ormai parte integrante del processo di acquisto di buona parte degli italiani. Le informazioni trovate attraverso i motori sempre più spesso sono decisive nell'influenzare le scelte.


Un altro tema interessante da evidenziare è quello della crossmedialità delle ricerche.
Si è sempre scritto che i motori sono uno strumento promozionale efficace, perchè consente di entrare in contatto con quanti sono realmente interessati a ciò che cercano, e quindi più facilmente predisposti ad ascoltare cosa si vuole dire loro.
Quello che però poche volte viene evidenziato è che i media offline hanno il potere di stimolare le ricerche, creado quell'interesse che poi spesso si tramuta in una ricerca su Google, Yahoo, Live...
A stimolare le ricerche è soprattutto la carta stampata.

L'offline stimola le ricerche nei motori, come si può verificare da quanti si portano nei motori per approfondire qualcosa letto in una rivista, visto in TV, sentito alla radio...

Di dati interessanti di cui parlare ce ne sarebbero ancora parecchi, ma finirei con lo scrivere un post lunghissimo. Per questo, se vuoi saperne di più, ti rimando alla white paper di questa ricerca che puoi richiedere gratuitamente qui.

Ah... non ho scritto che Google è il motore di ricerca più utilizzato in Italia, usato come prima (e quasi sempre unica) scelta dall'86% degli italiani online, e che per gli altri ci sono solo le briciole... ma questo credo si sappia ormai da tempo.

11.9.08

Continua lo shopping di agenzie SEM

Quando un anno fa un collega di una SEM agency straniera mi chiese, se avessi potuto, quale agenzia di search marketing statunitense mi sarebbe piaciuto acquisire, la mia risposta fu Range Online Media.
Range mi è sempre piaciuta vuoi perchè sono sempre stato impressionato da Misty Locke, co-fondatrice dell'agenzia, bella ma soprattutto veramente in gamba (ricordo che quando la sentii parlare per la prima volta ad un Search Engine Strategies, credo nel 2003, rimasi molto colpito dalla bravura e dalla competenza di questa ragazza); vuoi perchè a capo del loro team SEO c'è Todd Friesen, che più volte nel mio blog ho indicato come uno dei SEO che mi piace ascoltare agli eventi del settore; vuoi perchè hanno un portfolio clienti impressionante, che include anche costui (o, meglio, l'azienda per cui lavora:-).
Vuoi infine perchè, al contrario di altre agenzie SEM statunitensi, hanno saputo proporsi e farsi conoscere in maniera low profile (pur avendo, come scritto, un portfolio clienti di primissimo piano, non hanno mai usato termini quali "siamo i più grandi", "siamo i più belli", "siamo i migliori", "siamo gli unici"...)...
Orbene, dovrò chiudere nel cassetto il sogno di acquisirli usando i 25 milioni di Euro che Fullsix ha incassato per la cessione di FullSIX International, visto che Aegis mi ha preceduto:-)
Impressionante lo shopping di agenzie SEM che la holding britannica ha portato avanti in questi ultimi anni per espandere il brand iProspect e rafforzarsi nell'ambito del search marketing. Solo WPP, tra i grandi gruppi, ha seguito la stessa direzione, anche se in tono minore e senza voler ribrandizzare le agenzie acquisite.
Con quest'acquisizione prosegue il consolidamento tra i grandi player del settore; da quanto si sente in giro, potrebbe non essere l'ultima grande operazione di questo 2008.



N.B.: dal momento che
- FullSix, per la quale lavoro, è un'azienda quotata in Borsa che, nel momento in cui scrivo, è ancora tenuta sotto stretto controllo dalla Consob;
- il rapporto tra i due principali azionisti di FullSix S.p.A. è particolare;
- avendo fatto per tanti anni il giornalista, ho imparato che c'è sempre qualche giornalista che, per fare il "colpo a sensazione", usa le informazioni come più gli tornano utili (e visti i primi 2 punti di questa lista, mi auguro che nessun rappresentante di questa categoria legga il mio blog)

credo sia meglio precisare (visto che non manca chi ritiene che ciò che io scrivo nel mio blog possa avere ripercussioni sul titolo di FullSix in Borsa; ne dubito, onestamente) che la ragione per la quale ho scritto questo post è per evidenziare come anche in questo 2008 stia proseguendo il trend di acquisizioni di agenzie SEM, dopo l'exploit del 2006 ed un 2007 invece più tranquillo. Per chi non lo avesse capito, il mio riferimento ad una possibile acquisizione di Range da parte mia con soldi FullSix era esclusivamente una battuta:-)

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