30.9.05

Il Search Engine Strategies a Milano nel 2006

Adesso è ufficiale: il 18 e 19 aprile 2006 il Search Engine Strategies farà tappa anche a Milano, un'edizione caratterizzata da contenuti focalizzati sulla realtà italiana e con interventi in lingua italiana.
L'interesse per una manifestazione di questo genere anche nel nostro paese c'è da anni (lo IAB Search dello scorso anno fu un buon successo), ora i tempi sono finalmente maturi.

Ulteriore passo avanti di Google verso un SEM agency program

Come riportato da Search Engine War, dovrebbe essere previsto per la primavera 2006 il lancio del SEM agency program di Google.
Ad annunciarlo, nel corso del suo intervento allo AD:Tech di Londra, Nikesh Arora, VP of european operations di Google.
Non sono ancora noti quali saranno i vantaggi per le agenzie SEM ad aderire (il più ambito? Le commissioni, of course:-), così come non è ancora noto quale sarà il criterio di ammissione (nell'articolo citato sopra si parla di criteri di performance, mentre quando sono venuti a presentarlo a noi di Sems è stato accennato un criterio relativo all'investimento mensile su Adwords).
Vedremo più avanti quali saranno le caratteristiche di questo agency program e come si comporteranno i sales di Google nei confronti dei clienti delle agenzie aderenti al programma, viste le note polemiche di questi ultimi mesi.

28.9.05

Anche gli italiani preferiscono i risultati naturali ai link sponsorizzati

In queste ultime settimane sono state pubblicate diverse ricerche internazionali sulle preferenze degli utenti quando si trovano di fronte la pagina di risultati di una ricerca nei motori.
La preferenza è quasi sempre per i risultati naturali, con i link sponsorizzati che si rivelano prezioso supporto soprattutto quando

- nei risultati naturali di ricerca non si trova nulla d'interessante o in linea con quanto ci saremmo aspettati di trovare

- sono ben pianificati, e quindi in target con la ricerca effettuata dall'utente (non sempre è così...).

Lo stesso vale anche per gli italiani che utilizzano i motori di ricerca, come risulta dalla survey di SEMS/Nextplora "natural vs pay per click".
La quasi totalità degli italiani che cercano nei motori guarda in primis i risultati naturali; solo lo 1,1% degli utenti ha detto di porre maggiore attenzione prima ai risultati sponsorizzati che ai risultati naturali.
I link sponsorizzati stanno comunque guadagnando in credibilità rispetto al 2004, quando 6 italiani su 10 li definirono addirittura "fastidiosi".
Merito degli interventi apportati dai network pay per click per porre un limite agli inserzionisti legati a dialer ed affiliazioni: avranno perso una barca di soldi nel breve periodo, ma hanno fatto la mossa giusta per far crescere il mercato (molte aziende si rifiutavano di vedere il proprio link in mezzo ad altre sponsorizzazioni di dubbia immagine ed utilità).
Quest'informazione è ovviamente importante per quanti sono in procinto di avviare una strategia di search engine marketing, o sono già attivi nei motori: se esserci con i link sponsorizzati è importante, comparire nei risultati naturali è fondamentale per il miglior ROI dai motori.

Se vuoi saperne di più sui risultati della survey, puoi andare al comunicato; qui potrai richiedere gratuitamente anche l'executive summary della ricerca.

27.9.05

Le scommesse di Google

Potrebbe sembrare un gioco, invece così non è: le scommesse a cui si stanno dedicando i dipendenti di Google sono invece un interessante esperimento finalizzato a realizzare algoritmi previsionali visto che, riportando quanto scrive Corriere.it,
i mercati, aggregando conoscenza attraverso l’interesse delle persone coinvolte, sono degli efficienti strumenti di previsione.

Nel corporate blog di Google viene spiegato l'esperimento, che rientra in quel 20% del proprio tempo che ogni ingegnere di Google può dedicare a progetti non strettamente business oriented, ma che possono contribuire allo sviluppo di Google (molti di questi progetti sono accessibili attraverso Google Labs).

Dell'esperimento delle scommesse ne parla anche il New York Times.

25.9.05

Tempi duri in casa MSN search

Lanciare una nuova tecnologia di indicizzazione e ricerca, soprattutto se la si vuole fare da subito in grado di competere con i big del settore, non e' un gioco da ragazzi.
Se ne stanno rendendo sempre piu' conto anche in casa MSN, visto che MSN Search stenta a decollare da un punto di vista qualitativo, situazione che sta costando al portale di casa Microsoft la perdita di decine di migliaia di utenti ogni mese, soprattutto in favore di Google.
La situazione e' talmente critica che, stando a WebProNews, che a sua volta riporta una notizia del Wall Street Journal, MSN avrebbe chiesto a Keynote, societa' specializzata in misurazioni quanti/qualitative che periodicamente confronta le principali tecnologie di ricerca nel web, di non divulgare le informazioni relative all'ultima edizione di giugno dell'analisi Keynote Customer Experience Rankings for the Search Engine Industry.
Questo perchè il nuovo motore di Msn avrebbe accusato pesanti defaillances nei confronti della concorrenza, perdendo il terzo gradino del podio che aveva conquistato nell'edizione dello scorso inverno (quando, pero', utilizzava ancora la tecnologia di ricerca di Yahoo) fino a scendere al quinto posto, ovvero buon ultimo tra i principali player.
In MSN giustificano questo calo di prestazioni con i criteri applicati da Keynote per il test.

23.9.05

Settimana di grandi incontri:-)

Venerdi' sera. Mentre Pupo conduce il gioco dei pacchi in TV dopo il TG, io ripenso a quanto successo questa settimana e, in particolare, a due "incontri ravvicinati" che mi hanno favorevolmente colpito e di cui conservo un ottimo ricordo.
Il primo, sabato scorso alla Fiera del Ciclo di Milano, con Ivan Basso, il ciclista secondo quest'anno al Tour e grande (quanto sfortunato) protagonista del Giro d'Italia, presso lo stand di un suo sponsor.
Era dalla primavera del '99 che non avevo occasione di vederlo da vicino e di scambiarci due chiacchiere: lui, allora con la divisa di campione del mondo degli Under 23, si apprestava al passaggio tra i professionisti (che sarebbe avvenuto in tarda primavera), e nell'attesa onorava le gare dei dilettanti, mettendoci sempre il massimo impegno.
Io invece mi godevo la mia ultima stagione di ciclista dilettante (ormai avevo gia' la testa nel web) e, come tanti altri quanto c'era anche Basso nel gruppo, cercavo di prenderne la ruota in modo da comparire nelle fotocronache della gara sulle riviste di settore:-)
Ora e' un campione, ma ha conservato la modestia e la simpatia di allora. Un grande.

L'altro incontro e' stato invece con Jack Welsh, lunedi' scorso al World Business Forum di Milano. Welsh, il CEO che ha fatto grande GE, e' un personaggio che ammiro; potrei anche dire che mi ispiro a lui nella gestione di Sems, ma direi una balla, visto che non ne ho lo spessore:-)
Scherzi a parte, e' un personaggio carismatico che sa il fatto suo, ha una visione lucida e precisa degli argomenti che affronta e riconosce quando sbaglia (cosa non da poco): le sue decisioni hanno fatto grande negli anni GE, anche se probabilmente i tanti dipendenti che sotto di lui hanno perso il posto potrebbero non condividere questo mio entusiasmo.
Mi ha sorpreso quando ha "attaccato bottone" con il sottoscritto nello stand della Hoepli; ero li per farmi autografare da lui una copia del suo libro, e mi aspettavo nulla piu' che una semplice firma con sorriso di circostanza. Complice il fatto che non c'erano ancora molte persone in coda per l'autografo, ha invece iniziato a scambiare qualche battuta scherzosa.
Peccato non aver scattato una foto ricordo:-)

"You know the value of clicks; the engine doesn't." E' proprio cosi'?

Interessante, come molti di quelli che scrive, l'articolo di Kevin Lee di questa settimana su ClickZ dal titolo Turn Holiday SEM Blunders Into Best Practices.
C'e' tuttavia una frase, nell'articolo di Kevin Lee, che merita un approfondimento:


All clicks and keywords aren't equally important to a campaign's success. Ensure whatever method you use buys the best clicks first (those with the highest net profit contribution). Reserve the last dollar for the least efficient click.

You know the value of clicks; the engine doesn't.


In realta' non e' proprio cosi' per quanti hanno deciso di utilizzare i tool di post click tracking offerti gratuitamente (Google ed Overture), o a prezzi concorrenziali (Urchin, acquisito da Google; la Marketing Console di Overture, che a suo tempo aveva acquisito Keylime) dai principali network: consentendo a questi di tracciare le conversioni, le revenues, il ROAS ed il ROI della campagna (con un dettaglio fino alla singola parola chiave), di fatto si consente loro di sapere quanto vale esattamente ogni singola parola chiave per un'azienda.
Quelli stessi network che cercano costantemente di innescare "bid wars" con l'obiettivo di innalzare il costo click medio ed incrementare cosi' le revenues (per cosa pensate sia stato inventato il loro Budget Optimizer, d'altronde? :-).
Non dimentichiamoci che stiamo parlando di societa' quotate, con obiettivi ambiziosi e con aspettative a volte addirittura esagerate da parte degli analisti finanziari; ci sarebbe da meravigliarsi se agissero diversamente.
E, sapendo quante e quali sono le parole chiave fondamentali per un business, potrebbero resistere alla tentazione di far alzare il costo click per quelle keyphrases a cui il cliente non puo' rinunciare?

La situazione ideale secondo il sottoscritto, che ovviamente e' di parte e non nega di voler tirare acqua al proprio mulino:-), vorrebbe che
a) il network di advertising si limitasse a vendere la pubblicita';
b) il cliente, se in modalita' self service, o un'agenzia indipendente la gestissero in funzione degli obiettivi del cliente
c) per il tracking fosse utilizzata una piattaforma indipendente, per garantire la riservatezza dei dati.

Con il tentativo di disintermediazione di Google, ad esempio, abbiamo invece
a) Google vende parole chiave e click
b) i maximizer di Google gestiscono la campagna
c) Google ne traccia i risultati.

Possiamo proprio essere sicuri che, in questi 3 passaggi, la focalizzazione di Google sia unicamente sugli obiettivi del cliente? Il sospetto potrebbe anche nascere.

Pensando a questa situazione, mi viene in mente l'atteggiamento curioso di un nostro cliente: con noi non hanno mai voluto condividere i dati di performance della campagna oltre un certo limite di dati, probabilmente per il timore che potessimo utilizzarli per le campagne di loro competitors.
Poi pero' hanno implementato il tool di tracking di Google, che traccia le loro vendite fino al centesimo, dati ai quali qualsiasi operativo di Google potrebbe aver accesso...

20.9.05

E se lo dice lui...

Una frase come "se non sei nella prima pagina di risultati dei principali motori di ricerca per parole chiave di interesse rischi di essere out of business" te la puoi aspettare da Danny Sullivan, da Mauro Lupi, dal sottoscritto e, piu' in generale, dai sales di tutte le societa' che si occupano di motori di ricerca, tutti impegnati a tirare acqua al proprio mulino.
Ma quando a pronunciarla e' Kenichi Ohmae (noto anche come "Mr. Strategy", uno dei guru mondiali del management) nel corso del suo intervento di ieri al World Business Forum di Milano, di fronte ad oltre 2.000 top manager italiani, beh, le cose cambiano.
Peccato non essere riuscito a leggere, sul suo cartellino, il nome della persona che era dietro di me, che al sentire quella frase si e' messo a ridere:-)
Ampio spazio ai motori di ricerca, ed in particolare a come Google e Froogle stiano cambiando in molti paesi le modalita' di acquisizione delle informazioni, portando il cliente ad avere maggiore conoscenza e potere al momento di scegliere e di acquistare, e' stato dato nel suo intervento anche da Gary Hamel nel suo intervento "costruire il massimo vantaggio competitivo".
Complessivamente una prima giornata di Forum molto interessante.
Oggi secondo ed ultimo giorno.

18.9.05

Ti ho bannato e ti spiego perche'

Sembra che Google stia cominciando ad applicare piu' seriamente le proprie guidelines contro lo spam tra i risultati organici di ricerca, "attaccando" con piu' decisione tutti quei siti che utilizzano in particolare redirezioni a mezzo javascript per portare l'utente dalla doorway page ad un altro sito (il vero oggetto della promozione).
La vera novita' pero' di quest'azione e' la "notifica" che Google fa al webmaster del sito bandito dai risultati del piu' noto motore di ricerca, attraverso un'email inviata ad eventuali indirizzi trovati sul sito ed al piu' generico "webmaster@".
A arne notizia e' questo thread su searchengineforums.com, in cui un webmaster racconta di come Google gli abbia notificato l'espulsione di un suo sito dai risultati, spiegandogli cosa avessero trovato che non rispondeva alle guidelines di Google e come fare -dopo aver eliminato dal sito tutte le attivita' "spam oriented"- per far riammettere su Google il sito bandito.
Come Matt Cutts, uno dei piu' noti ingegneri di Google, spiega in un suo commento su Threadwatch.com, questo tentativo di comunicazione non e' indirizzato in maniera generica a tutti i domini oggetto di "attenzioni" da parte di Google (quelli di molti affiliati in primis), ma ai webmaster di quei siti che hanno comunque buoni contenuti e che meriterebbero, una volta eliminate tutte le attivita' spam, di stare tra i risultati di ricerca del motore di Mountain View.
L'attivita', a quanto sembra di capire, e' completamente automatizzata. Vedremo cosa succedera' con tutti quei siti (e sono veramente tanti) che, per questioni di design o di CMS, implementano redirezioni a mezzo javascript senza alcun fine di positioning o di inganno dei motori.

Ps: non so se vi siano stati casi di questo genere anche nel nostro paese, ma negli USA, se un'agenzia SEO causa la fuoriuscita del sito del cliente dai risultati di ricerca di Google, il cliente non va molto per il sottile e trascina l'agenzia SEO in tribunale. E' stato il caso ad esempio, circa un anno fa se non ricordo male, di un'agenzia SEO statunitense che fece bandire i siti di decine di aziende USA che si erano affidati a questa senza conoscerne le metodologie.

Processo ad AdWords:-)

Simpatico e piacevole da leggere (soprattutto se si e' un addetto ai lavori:-) il post di eDentity Coach sul processo a Google Adwords.
L'ho letto con curiosita' ed interesse
1) sia perche' reduce, venerdi' scorso, dall'ennesimo incontro con un prospect (azienda b2b) che preferisce vedere il proprio sito web tra i risultati organici, visto che e' convinto che il suo target non sia cosi' propenso a dare importanza ai link sponsorizzati;
2) sia perche' la prossima settimana pubblicheremo il secondo estratto della survey 2005 di Sems e Nextplora, dedicata proprio al rapporto che gli utenti italiani hanno con i risultati organici di ricerca e con i link sponsorizzati.

Personalmente, come ribadisco ormai da anni, sono dell'idea che i due strumenti (link naturale e link sponsorizzato) possano e debbano essere complementari, visto che offrono possibilita' differenti, tempi ed approcci differenti ed avvicinano gli utenti target in diversi momenti del loro processo decisionale.
Poi, ovviamente, molto dipende anche dal budget che un'azienda ha a disposizione e da quanto "sofisticato" e' il cliente di servizi SEM: se gli basta esserci, nella pagina di risultati, o se e' in grado di dare un preciso valore alla sua presenza tra i risultati organici e/o sponsorizzati, attraverso un'approfondita misurazione dei risultati e KPI (key performance indicators)ad hoc per il business che vuole promuovere.
Anche in Italia, ormai, molti dei principali inserzionisti di Adwords, Overture & co. si muovono anche tra i risultati naturali attraverso l'ottimizzazione ed il posizionamento dei siti corporate e/o di prodotto; i risultati migliori li ottengono quanti riescono ad utilizzare al meglio i dati che ottengono dai due canali e, per fare questo, l'apporto di una SEM agency e l'utilizzo di idonei strumenti di misurazione puo' essere fondamentale.

14.9.05

Prime recensioni pubbliche su MSN AdCenter

Interessante post, quello comparso ieri sul forum di WebMasterWorld, con una delle prime recensioni pubbliche del nuovo MSN AdCenter; autore della recensione, uno degli inserzionisti chiamati a testare la beta della nuova piattaforma, lanciata ufficialmente alla fine dello scorso mese a Singapore.
Della nuova piattaforma se ne dice un gran bene, tanto che in molti (tra quanti vi hanno "smanettato") la indicano come un possibile nuovo benchmark per il settore.

12.9.05

Nuovi test di Google sugli Adwords

Facendo una verifica di rito sulle campagne di alcuni nostri clienti, mi sono imbattuto questa mattina in un nuovo test di Google relativo agli Adwords.
Cercando "hotel new york" su google.it, il primo dei link in posizione Premium (sopra i risultati di ricerca) comparsi e' risultato avere a disposizione la bellezza di 196 caratteri per la descrizione anziche' i canonici 70.
Inoltre, contrariamente alle policy editoriali di Google, nel testo descrittivo di questo link sponsorizzato compare l'invito a chiamare un numero verde, regolarmente pubblicato.
E' da diversi mesi che negli States vengono condotti dei test per verificare se sia possibile aumentare il numero di caratteri a disposizione degli inserzionisti Adwords, decisamente inferiore rispetto a quanti ne offre, ad esempio, Overture, senza sminuire la rilevanza della pagina di risultati. E' la prima volta che mi capita di vedere in Italia un esempio di questi test.
Onestamente dubito che Google possa far diventare standard un numero di caratteri cosi' elevato anche solo per i primi 3 risultati in premium: spingerebbero troppo in basso (soprattutto nel caso di risoluzioni monitor molto basse) i risultati naturali di ricerca, sollevando inevitabili contestazioni da parte degli utenti. Non dimentichiamoci che Google e' stato in passato il paladino sia della chiara differenziazione tra risultati organici ed a pagamento, sia della necessita' di non far diventare la pagina di risultati una semplice "inserzione a pagamento".
Per quanto riguarda il numero "toll free", ci sono anche ipotesi interne che Google voglia testare il "pay per call". Tuttavia non sembrerebbe questo il caso, visto che il numero verde pubblicato e' lo stesso pubblicizzato anche altrove (manca cosi' l'elemento di unicita' che consentirebbe di tracciare le chiamate attribuendole alla pubblicita' sui motori).

Clicca sull'immagine per ingrandirla

9.9.05

Valore del paid search sul totale del ad spending negli USA 2003 - 2009

Interessante comparazione di eMarketer sul "peso" che il paid search avra' negli USA da qui al 2009 sul totale degli investimenti in advertising online.
eMarketer ha comparato le proprie stime con quelle di altre 6 societa' di ricerca o di consulenza (Forrester, J.P. Morgan, JupiterResearch, Piper Jaffray, SG Cowan e Smith Barney).
Non tutti concordano in un peso sempre maggiore del paid search sul complesso delle attivita' di advertising online: se per Jupiter, SG Cowan e Smith Barney il valore percentuale, da qui al 2009, e' in crescita costante (il valore piu' elevato e' il 51,3% di SG Cowan: per intenderci, di 100 Us$ investiti in advertising online, 51,3 Us$ vanno in pay per click tra i risultati di ricerca o contestuale), per le altre tale percentuale andra' decrescendo nell'arco di un paio d'anni. Per eMarketer, JP Morgan e Forrester il clou sara' nel 2007, per Piper Jaffray il prossimo anno.
Da una parte il rifiorire del advertising grafico, con formati sempre piu' impattanti ed interattivi (spesso pero' anche eccessivamente invasivi), dall'altra una competizione sempre piu' elevata nel campo del search che potrebbe allontanare i piccoli spender (salvo un'eccezionale diffusione del local search), tra le possibili cause di questa inversione di tendenza.

8.9.05

Arroganti (non tutti, pero'...)

Non sono solo io a ritenerli arroganti, quindi:-)
Frecciatine a parte, anche in Google ho trovato persone squisite; la prima che mi viene in mente e' sicuramente Matt Cutts, che ho conosciuto a Dallas nel 2001 e con il quale ogni tanto, nei vari search engine strategies, scambio qualche battuta oppure chiedo consigli tecnici. Gli stessi Brin e Page, quando li ho conosciuti a Milano in occasione della presentazione di Google Italia, mi colpirono per la loro disponibilita' (a Brin ho persino "sbolognato" una copia del mio libro:-D
Pero' molto e' purtroppo cambiato soprattutto dalla loro quotazione, e la parola "arroganza" e' realmente quella che meglio definisce il loro atteggiamento nei nostri confronti: persone spesso impreparate (assumere tanto ed in fretta porta anche a questo...) che si "sparano le pose" (espressione tipicamente altoatesina) solo perche' hanno scritto Google sul loro biglietto da visita...
E se oggi mi chiedono quale sia il principale competitor di Sems sul mercato italiano, la risposta non sono agenzie quali Ad Maiora, Tsw, Popularity... bensi' proprio Google.
Con il quale invece, almeno sulla carta, il rapporto dovrebbe essere di collaborazione, non fosse altro perche' ci troviamo a dover fare ancora crescere parecchio il mercato del search engine marketing. Peccato, perche' invece il rapporto che abbiamo con Overture e' decisamente buono.
Ma cosi' e' il mercato, inutile stupirsi e noi si va comunque avanti per la nostra strada. Se sempre piu' aziende preferiscono farsi gestire da noi le campagne anziche' direttamente da Google, probabilmente hanno capito che la professionalita', la neutralita' e la focalizzazione sugli obiettivi del cliente e' qualcosa ancora in grado di fare la differenza.

5.9.05

Dopo Google Talk, arriva Google Purge

Google piu' che mai nel mirino della satira, in questi ultimi giorni.
Dopo la vignetta di Microsoft, ecco che su molti blog di addetti ai lavori si e' diffusa la voce del nuovo, diabolico progetto del premiato trio Brin/Page/Schmidt:
Google Purge.
Stando alle informazioni riportate dal sito The Onion, il board di Google avrebbe svelato un piano segreto per distruggere tutte le informazioni che il noto motore di ricerca non e' in grado di indicizzare.
Questo per semplificare la vita agli utenti del noto motore di ricerca: se non lo trovi su Google, puoi stare sicuro che proprio non esiste!
Entusiastica la risposta dei mercati azionari alla notizia.

Per saperne di piu' su Google Purge, l'articolo di The Onion vale proprio la pena di essere letto.

Dipendenti di Google iniziano a bruciare libri che non sono riusciti ad indicizzare nell'ambito del progetto Google Print
Nell'immagine: dipendenti di Google iniziano a bruciare libri che non sono riusciti ad indicizzare: e' il primo step di Google Purge.

2.9.05

Google Talk & Adwords

Intervista interessante, quella a Seb Bishop, director e CMO di Miva (il neonato brand che racchiude anche le attivita' di pay per click e pay per call di Espotting e FindWhat) pubblicata oggi su DailyNet.
Bishop parla di Google e di come la sua forte crescita sia uno stimolo per tutto il mercato del advertising online, concorrenza inclusa.
Il punto piu' interessante riguarda Google Talk, che Bishop vede utile per il possibile lancio in un futuro piu' o meno vicino, da parte di Google, di un pay per call.
La convergenza tra ricerca e telefonia dovrebbe crescere ulteriormente nel momento in cui Google decidesse di monetizzare Google Talk utilizzando il suo attuale parco inserzionisti, ad esempio facendoli pagare ogni volta che un navigatore
della rete decida di chiamarli utilizzando Google Talk

questo quanto affermato da Bishop.

1.9.05

Adwords "cartacei"

Non includono solo l'online le strategie di Google per espandere negli States (ed oltre, in futuro) la quota di mercato e l'appeal degli Adwords.
Come riportato anche da news.com e da ClickZ, sulle riviste cartacee statunitensi "PC magazine" e "Maximum PC" e' comparsa una pagina di inserzioni acquistata da Google per pubblicare (cosa che, in teoria, i regolamenti di entrambe le case editrici impedirebbero) gli annunci di alcuni inserzionisti Adwords.
Un esempio di pagina pubblicitaria, che non riporta il brand "Google" ma solo la scritta "ads by Google", si puo' vedere sul sito dedicato.
Secondo Danny Sullivan, l'esordio offline di Google e' un primo passo importante per la conquista del mercato locale; gia' da qualche tempo lo stesso Sullivan ipotizza il rilascio di una sorta di "pagine gialle" cartacee con le inserzioni local, per conquistare anche i piccoli business.
Sia Google che Yahoo, tra l'altro, sono in corsa per acquistare Trader Classified Media, editore olandese che ha in catalogo oltre 500 pubblicazioni in 20 paesi.

Adwords per il recruitment "in target"

Da ieri ho iniziato a postare anche su IMlog, uno dei blog piu' interessanti in Italia per quanto concerne l'online.
Il mio primo intervento verte sul "search engine recruitment".

Spam e motori

All'interno di questo articolo dedicato allo spam e-mail ed ai problemi economici che questo crea alle aziende, sul Sole 24 Ore online di ieri e' stata pubblicata un'intervista a Jan Hruska, Ceo di Sophos, societa' produttrice di soluzioni contro spam, spyware e virus.
Non mi e' onestamente piaciuta, in quanto ad elevato tasso di fraintendimenti (ma qui occorre vedere se la frase sia stata effettivamente cosi' affermata, o sia stato il giornalista a fraintendere), la conclusione dell'intervista a Hruska, dove questi afferma
Ma il grosso problema - conclude Hruska - e' la consapevolezza che un problema come lo spam (o il phishing), difficilmente si potra' risolvere completamente. E non e' detto che riguardi solo l'e mail.
Basta considerare quello che sta succedendo con i piu' famosi motori di ricerca, il cui business maggiore e' offrire spazi pubblicitari sulle pagine dei loro risultati. Certo, questo non si puo' definire spam, ma bisogna tener presente che la maggior parte della gente che naviga in Internet molto spesso non fa differenza tra un risultato "semplice" e uno a pagamento.

Che la distinzione tra link sponsorizzati e risultati naturali, su molti motori, non sia ben definita e' un qualcosa che anche io ho sottolineato in passato in piu' occasioni (es. articoli su Web Marketing Tools o i-dome.com, interventi su Mlist.it); ma nel contesto di questo articolo, la frase finale mi sembra troppo un'equazione "risultati a pagamento = spazzatura" che non mi trova concorde.

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